“Sonoko alzò gli occhi gravi come a chiedere inconsciamente l’aiuto di qualcuno. Nelle pupille di quegli occhi scoprii una bellezza che prima non ci avevo mai visto. Erano pupille profonde, sbarrate, fataliste, simili a fontane che cantassero senza sosta in un traboccare di emozioni. Mi mancarono le parole, come sempre mi accadeva quando lei girava quegli occhi su di me.”
(f.g)
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