venerdì 5 dicembre 2014

Aiace Telamonio come metafora... ovvero Aiace e Odisseo da da Roberto Vecchioni - Il mercante di luce

Aiace Telamonio come metafora... ovvero Aiace e Odisseo

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da da Roberto Vecchioni - Il mercante di luce

Aiace è l’uomo dell’istinto, del cuore che risponde per
primo, e rappresenta un mondo che se ne va. È Ulisse il nuovo mondo,
quello del calcolo, della nuova civiltà, lui domina il mare, non
nuota sulla sabbia.
Ad Aiace non importa da quale sponda dell’esistenza guardare, se da
quella della vita o della morte: l’esistenza di per sé è solo uno
schiudersi o serrarsi chimico. Conta solo chi si è, di qua o di là
del fiume:

"Una nebbia improvvisa, una notte impenetrabile
sospendono la battaglia dei greci; allora
Aiace, smarrito: «Zeus padre, – dice, – libera
da questa nebbia i figli degli achei, porta il sereno:
poi sterminaci pure, ma nella luce» (Iliade)."

da Roberto Vecchioni
Il mercante di luce


aiace2


________[...]Aiace Telamonio si preparò a contrattaccare i Troiani,
allorché, guidati dalla regina Pentesilea e dalle Amazzoni,
avanzarono sul campo di battaglia riempiendo la pianura di cadaveri.
Sfiorato da un dardo di Pentesilea, che gli aveva appena scalfito
l'elmo, l'eroe rinunciò a scontrarsi con la donna, giudicando una
preda così facile degna del cugino. Achille, dopo aver ucciso Ettore
in duello, per vendicare Patroclo, in seguito cadrà ucciso per mano
di Paride: Aiace e Odisseo combattono contro i troiani per strappare
loro il corpo dell'eroe caduto. Aiace, roteando la sua immensa
ascia, si occupa di tenere lontani i troiani, mentre Odisseo carica
Achille sul suo carro e lo porta via.

Rosa Germoglio . . Fiori . Priorità bassa commercio tabella.

Durante questa battaglia, Aiace compie sanguinosi prodigi
massacrando Glauco, figlio di Ippoloco e sovrano licio, e ferendo
Enea e Paride gravemente. Dopo la cerimonia funebre, entrambi gli
eroi reclamano il diritto di tenere per sé le armi di Achille come
riconoscimento del loro valore: alla fine, dopo alcune discussioni,
è Odisseo a spuntarla e Aiace, infuriato per questo, si accascia a
terra esausto. Al suo risveglio, impazzito a causa di un incantesimo
lanciatogli da Atena, si lancia contro un gregge di pecore e le
massacra, credendo di uccidere gli Atridi, ovvero Agamennone e
Menelao.

Rientrato in sé, si vede coperto di sangue e capisce che cosa abbia
in realtà fatto: perduto in questo modo l'onore, preferisce
suicidarsi piuttosto che continuare a vivere nella vergogna. E così
si trafigge con la spada che Ettore gli aveva donato alla
conclusione del loro duello. Dal terreno intriso del suo sangue
spunta un fiore rosso... [...] da Wikipedia

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