FRANCESCO di Alda Merini (da Mistica D'Amore)
Si dice che i santi siano dei folli, ma il rifiuto della ragione in nome della fede può essere
molto rischioso.
Nella ragione c'è il dubbio e il tormento del dubbio, ma nella fede c'è l'abbandono totale
all'inconoscibile e al nostro io migliore.
fa delle dolcezze. Ogni cosa impura la purifica con la sua lingua e il suo appetito di Dio.
Francesco è un affamato di Dio, ha fame della beatitudine. Questa beatitudine noi la
conosciamo bene, ma ne abbiamo paura, perché dovremmo rifiutare tutte le ricchezze del
nostro tristissimo momento.
La nostra anima è sempre triste, fino alla morte, perché l'uomo ha paura, ha paura di
credere. La vita di Francesco è un tripudio di fiori, di uccelli, di incantesimi: è come un
bambino che scopre la vita per la prima volta.
Scoprire la vita è come tornare fanciulli, è come tornare buoni, è come incarnarsi nella virtù
del Signore. Ed ecco l'incarnazione di Francesco nel volto divino. Francesco diviene una
lacrima rovente sul volto di Dio che patisce e sarà il refrigerio della sua morte.
Vuole
consolare il suo Signore: egli stesso diventa povero per essere signore della grande poesia
che è l'universo.
(f.g)
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