Un haiku di un grande Maestro
Franco Guglielminos foton
HAIKU di Matsuo Basho (1644-1694)
sera:
tra i fiori si spengono
rintocchi di campana
kane kiete
hana no ka wa tsuku
yube kana
Basho fu uno dei più grandi poeti e mistici del suo tempo: in occidente la sua figura è spesso accostata al Poverello di Assisi per il suo stile di vita e per il rapporto sacro con la natura.
La struttura di questo haiku è quella classica, composta di 17 sillabe (5-7-5 nell'originale giapponese).
Lo stile è caratterizzato dal fatto che uno dei tre versi
(normalmente il primo) introduce un argomento che viene ampliato e concluso negli altri due versi.
In questa poesia, la "sera" introduce l'argomento, un tema che potrebbe essere svolto ampiamente ma che qui ha lo scopo di definire un momento particolare della giornata.
Scendono le prime ombre e ogni creatura vive questo momento in un modo diverso:
un'altra giornata se ne è andata e questo spazio sospeso fra la luce del giorno e il buio della notte che seguirà rappresenta per ognuno un momento di riflessione, quasi la rappresentazione allegorica dell'attimo vissuto fra il passato ormai trascorso
e il futuro. Ma il poeta non è interessato a questo tipo di speculazione filosofica perché sa che non potrebbe avere delle risposte ed allora svolge diversamente il suo tema, nell'ambito di una natura che vive solo il presente, come espressione poetica di un evento che i due versi successivi sviluppano.
" tra i fiori si spengono": il verso introduce un luogo senza specificarlo, probabilmente si tratta di un giardino, di un viale o di un sentiero o anche, perché
no?, di un vaso di fiori davanti casa o al davanzale della finestra. In fin dei conti cosa importa? Ma tra i fiori un evento si sta preparando: "si spengono", cosa? è quasi un giallo! Cosa si può spegnere tra i fiori?
" rintocchi di campana": a questo punto tutto diventa chiaro e di una semplicità che nella sua essenzialità spiazzante ti dona un momento di eternità. I rintocchi di una campana; allora c'è vicino un villaggio? un tempio? E quei rintocchi che dovrebbero
riempire di mistica attesa tutto il contado diventano invece quasi un messaggio personale ( se così si può dire ) tra i fiori e il suono della campana che si spegne in essi, come se tutto il resto non esistesse e forse, per Basho, non esisteva davvero perché era riuscito ad identificarsi con il momento e con quello che accadeva in quell'istante.
fg
sera:
tra i fiori si spengono
rintocchi di campana
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare» Jack Kerouac
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