venerdì 5 settembre 2014

EDWARD ESTLIN CUMMINGS

EDWARD ESTLIN CUMMINGS
anto_05.09.14OKOKOK
In un luogo che non ho mai raggiunto coi miei viaggi, piacevolmente oltre
ogni esperienza, i tuoi occhi hanno il loro silenzio:
nel più debole dei tuoi gesti ci sono cose che mi rinchiudono,
o che non posso sfiorare perché troppo vicine
il tuo più tenue sguardo facilmente mi aprirà
benché abbia chiuso me stesso come dita,
tu sempre mi apri petalo per petalo come la Primavera apre
(toccando accortamente, misteriosamente) la sua prima rosa
o se il tuo desiderio fosse quello di chiudermi, io e
la mia vita ci chiuderemmo con tanta bellezza, all’improvviso,
come quando il cuore di questo fiore immagina
la neve che scende piano su ogni cosa;
niente di ciò che avremo a vedere in questo mondo eguaglia
il potere della tua intensa fragilità: la sua trama
che mi costringe con il colore delle sue terre,
che porta morte e per sempre ad ogni fiato
(non so cos’è di te che chiude
e apre; solo qualcosa dentro di me comprende
che la voce dei tuoi occhi è più profonda di tutte le rose)
nessuno, nemmeno la pioggia, ha così piccole mani.

(a.t)

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