domenica 7 dicembre 2014

Il nostro cielo di LILITH

Il nostro cielo di LILITH


18


E quando le parole
furono dette
pesarono come sassi


" forse due mesi, al massimo tre "


lo guardai smarrita ma
dietro quegli occhiali
da professore affermato
non vidi luce ma solo
il vuoto di chi è abituato
a dare notizie di morte.


Tornai da lei
soffocando il dolore


" presto ti porterò a casa
e riprenderemo la nostra vita
quella di sempre e insieme
lasceremo alle spalle
questi giorni e il ricordo"


ma per quanta attenzione
avessi riposto nel cancellare
dai miei occhi ogni traccia
di un pianto a forza represso
fu una leggera ombra di
rimmel sciolto a tradirmi.


"Non sono Violetta"
mi disse " e tu come
Alfredo sei poco credibile"


e poi aggiunse penetrando
come un dardo il mio sguardo


" quanto mi resta? "


ed io con le lacrime
non più prigioniere


" se va bene tre mesi"


e la sua voce ferma e decisa


" se va male tre mesi
ed ora portami a casa!
ho voglia di guardare
il nostro cielo, mi manca..."

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