sabato 12 gennaio 2013

I DODICI di Aleksandr Aleksandrovic Blok

I DODICI

Poemetto di Aleksandr Aleksandrovic Blok

1

Cupa sera. Neve bianca.
La bufera

viandanti abbatte e sfianca.
La bufera
sulla terra intera!

Turbina il vento
i bianchi fiocchi
e abbarbaglia gli occhi.
Ghiaccio, ghiaccio:
l'uomo sui ginocchi
casca, oh poveraccio!

Da un muro a un portone
una fune si stende.
Sulla fune un telone :

« Tutti i poteri alla Costituente ! »
Una vecchietta non sa che vuol dire,
né lo potrà mai capire.
Perché tanti stracci?
Perché quei grandi cartelli ?
Meglio farne fasce ché son nudi i nostri ragazzi,
sono scalzi i nostri monelli!

La vecchia come una gallina
razzola nella neve profonda.
« Oh benedetta Madonnina,
i bolscevichi mi mandano alla tomba! »

Il vento è argento vivo
ed il gelo un folletto.
Un borghese nel quadrivio
ficca il naso nel colletto.

Capelli lunghi, mani m croce,
un tale dice a bassa voce :
« La Russia muore!
Rinnegati! »
Dev'esser certo un oratore,
un letterato...

Ed ecco sul nevaio
un pop nel suo mantello.
Non ti senti più gaio,
rispondimi, fratello?

Forse ricordi sempre
quando senza lavoro
ti splendeva sul ventre
il crocifisso d'oro?

Una signora impellicciata
verso un'amica s'è voltata:
<< Ho tanto pianto, ho pianto tanto ... »
È sdrucciolata,
e pan! s'è tutta spampanata!
Gesù,
tirami su!

L'allegro vento,
freddo e sferzante,
gioca contento
con  il viandante,
strappa  i  mantelli,
porta  cartelli
sopra la gente :
«Tutti i poteri  alla Costituente!... »
Ma reca anche parole a brandelli:

« ... Anche noi s'è fatto adunanza ...
...proprio lassù in qualche stanza...
... Disputammo ...
deliberammo ...
Dieci per una,
venti a nottata
è la tariffa obbligata ...
... Vieni  con me,  camerata!... »

Buio profondo.
Strada deserta.
Un vagabondo
nella tempesta.

Il vento fischia ...
« Oh  vagabondo!
vien qua...
Abbracciamoci! >>

Pane!
Chi va  là?
Via  di qua!
Cielo, cielo nero.

L'odio, l'odio fiero
bolle in cuore...
L'odio santo, l'odio nero...

Sta' in guardia,
compagno, sta' in guardia!

2

Il vento soffia a  mulinello,
marciano   dodici  in  drappello.

Le carabine sulle spalle:
intorno fiamme rosse e gialle.

I berrettacci son da ladri,
sul dorso c'è l'asso di quadri!

Olà, senza croce è la libertà!
Tra-ta-tà!

Fa freddo, compagni,  fa freddo!

« Sai, Nane e Cate sono insieme... »
« Lei nelle calze i soldi tiene! »

« Lui pure è ricco sfondato... »
« Era dei nostri ed è soldato! »

«O Nane, orsù, figlio di cani,
provati:  baciale le mani! »

Senza  croce,  olà, · ·
è la libertà!
Nane e Cate insieme stanno:
dimmi un  po'  che mai faranno...
Tra-ta-tà!

Intorno fiamme rosse e gialle:
le carabine sulle spalle...

Tenete il pazzo rivoluzionario!
Non sonnecchia, no, l'avversario!

Camerata, non essere vile!
Contro  la Russia  punta  il  fucile -

contro   la   Santa   Russia,
contro la sua putredine,
contro la sua pinguedine!

Senza  croce,  olà!

3

Oh partirono  i ragazzi
a servir l'armata rossa -
a servir l'armata rossa
con la  testa  nella  fossa!

Amarezza amara,
oh, vivere è bello!
Carabina austriaca,
sdruci nel mantello!

Per la  rabbia  del borghese
bruceremo  ogni paese
ed in 'fiamme andrà la terra :
Dio proteggi  questa  guerra!

4

Neve, frusta, e squarciagola.
Via con Cate Nane vola.
Una lampada è confitta
nella slitta.
Casca  giù!...

Mantellina   militare,
connotati  da  animale,
Nane arriccia i baffi neri,
se li arriccia,
li stropiccia ...

Guarda  Nane  che  torace!

Senza nomeSenti  un  po'  come  è loquace!

Bacia  Cate sulla  bocca,
ciarla con la sciocca ...


Getta Cate il capo indietro
e  i  suoi  denti  sembran  vetro ...
Cate,  Cate  mia,
com'è tondo il tuo musino ...

5

Sul  tuo  collo  ancora,  o  Cate,
c'è uno sfregio di coltello;
sul  tuo  seno  ancora,  o Cate,
c'è uno sgraffio fresco e bello!

Danza  danza,  orsù!
Bei piedini  hai tu!

Bianchi pizzi tu portavi -
vieni qua con me!
gli ufficiali accompagnavi -
peccherò con te!

Oh peccare insieme
all'anima fa bene!

Ti ricordi  l'ufficiale?
Dal  coltello  non  scampò...
Il  colera  o l'ospedale
la memoria  ti  rubò?

Ti ricordi? Perché
non  dormi più  con me?

Ghette tortora indossavi,
sgranocchiavi dolci rari:
coi cadetti civettavi,
ora vai coi militari ...

Su, pecchiamo  insieme :
al cuore  farà bene!

6

... La slitta corre al suo destino ...
Frusta e bestemmia il vetturino ...

« Férmati!  Andrea,  diamogli  dietro!
Fermalo! corri! aiutaci, Pietro! »

Tra-tararà-tatà-tatà ...
La neve schizza  in qua  e in là.

« Guarda:   ci  scappano. Che  bile...
Un  altro  colpo:  punta  il  fucile! »

Tra-tararà...  «Voglio  insegnarti
a portar via le donne agli altri!... »

............................................................................
« Vile, tu fuggi! ma domani
ti riavrò nelle mie mani! »

« Ma  dov'è  Cate?  È  stramazzata!
Guarda:  ha  la testa  crivellata! »

«Or sei contenta?  Perché taci?
Là fra la neve resta e giaci!... »

Tenete il passo  rivoluzionario,
ché  non  sonnecchia  l'avversario!

7

Vanno i dodici lontano,
vanno via verso la guerra.
Tiene il volto nella mano
l'omicida e guarda a terra .

Col  fucile  ad  armacollo
fa gran  passi  sulla via.
Stringe un cencio intorno al collo,
sembra in preda alla follia...

«Camerata, che cos'hai?
Pietro di': perché rallenti?
Perché a capo basso vai?
Di Catina ti rammenti? »

«O  fratelli,  o  camerati,
io l'amavo la ragazza!
Quante notti ci ho passate,
notti nere, notti pazze ...

Per il fuoco temerario
delle sue pupille gialle,
per un neo solitario
nel candore delle spalle,
mi  son  perso ...  o  sangue  rosso ...
e salvarmi  piu  non  posso! »

« Ora attacchi l'organetto! M
a sei proprio una comare?
Ci vuoi forse il cuore in :petto,
camerata,    arrovesciare?
Forza!  march!  col  capo  eretto!
Tienti su da militare!

Credi sia questo il momento
di cullarti, amico bello?
Per  noialtri  verrà  un  tempo  .
più  difficile,  fratello! »

E gli incerti passi affretta
Pietro allora nel nevaio,
e la testa torna  eretta
più di prima e l'occhio gaio.

Olà,
far baldoria non è crudeltà!

Su , sbarrate finestre e porte :
viene  il  saccheggio  e  la  morte!

Spalancate cantine e grani:
oggi godremo, operai!

8

Amarezza  amara,
noia noiosa,
mortale!

E cosi il mio tempo
passe - passerò...

La mia nuca sempre
gratte - gratterò...

Semi io bel bello
sgrane - sgranerò...

E col mio coltello
colpi - colpirò...

Fuggi, borghese, come un passerotto!
il tuo sangue corrotto
berrò alla gloria d'una
bella ragazza bruna!. ..

Placa, o Signore, l'anima tua schiava ...

Che tedio!

9

Sulla torre del fiume regna calma,
s'è chetato il fragore cittadino.
Non si vedono in giro più gendarmi:
fate orgia,  ragazzi,  senza vino!

S'è fermato  un  borghese  nel  quadrivio
e il naso dentro il bavero nasconde.
Ai fianchi  gli si struscia  col suo grigio
pelo  rognoso  un  cane vagabondo.

Come - il  cane  famelico  sta  muto
il borghese,  con aria  di domanda.
Sta il vecchio mondo come un can perduto
dietro a lui, con la coda fra le gambe.

10

Oh folleggia l'uragano,
l'ura   -l'uragà!

Non si vede più un cristiano
a due passi in là!

La neve gira  a spirale
ed a colonna  risale.

« Domineddio, che tempesta! »
«Pietro! perdi  ora la testa? Ti scampò dalla disdetta
mai l'icona benedetta?

Mi diventi un incosciente:
via, ragiona rettamente.
La  tua  mano  ancor  macchiata
è del sangue dell'amata!
Tieni il passo rivoluzionario,
ché non  sonnecchia  l'avversario! »
Avanti,  in  alto  i  cuori!
Urrà, lavoratori!

11

... Senza un  nome  benedetto
vanno  vanno  ad  uno  ad  uno.
Pronti alla vendetta,
pietà per nessuno ...

E le canne son puntate
contro l'ombra del rivale...
nelle strade abbandonate
dove infuria il temporale ...
dalle nevi accumulate
non  si cava  lo stivale...

Vibra il vento
lo stendardo.

Passo  lento,
passo  tardo.

Più violento,
più gagliardo

il nemico si ridesta ...

La  tempesta   .
alza  la testa ...

Avanti,  in  alto  i  cuori!
Urrà, lavoratori!

12

Vanno via con passo lento,
sempre  avanti ...  Chi va  là?
il vessillo  che sul vento
fruscia e oscilla in qua e in là...

Dietro ai cumuli in agguato
forse c'è chi sta aspettando ...
No, è il cane allampanato
che li segue zoppicando ...

« Passa  via,  vagabondo!
Via  rognoso,  via,  se no...
Come un  cane,  o vecchio mondo,
passa  via,  t'abbatterò! »

Mostra  i  denti  come  un  lupo,
con la coda ritta sta,
cane povero e sparuto...
«Rispondete:  chi  va  là ? »

« Chi è che scuote  la bandiera? »
« O che buio maledetto! »
« Chi è che va di gran carriera?
chi si fa là parapetto? »

« Camerata,  alza  le  mani!
Prender  te per  noi  è  un  gioco,
Tu cadrai nelle mie mani
vivo o morto!  Attenti:   fuoco! »·

Tratatà!...  Ma è solo l'eco
che risponde secco e breve.
La tormenta con un bieco
riso danza fra la neve.

Tratatà!
Tratatà!

... Cosi vanno nella sera,
ed il cane è ormai laggiù,
ma davanti alla bandiera;
camminando lieve
nel vortice di neve,
di rose inghirlandato
in  un  nembo  imperlato,
avanti marci  tu,
non veduto, o Gesù!





da Wikipedia:

"Aleksandr Aleksandrovic Blok (San Pietroburgo, 28 novembre 1880 – 7 agosto 1921) è stato forse il più grande poeta russo, dopo Aleksandr Puškin.


Nell'ultima parte della sua vita, Blok si concentrò soprattutto su temi politici, riflettendo sul destino del suo paese (Vozmezdie, 1910-21; Rodina, 1907-16; Skify, 1918). Influenzato dalle teorie di Solov'ev, si fece prendere da vaghe paure di tipo apocalittico, alternando speranza a disperazione. "Sento che sta per succedere un grande evento, ma non mi è dato sapere esattamente cosa sia né quando accadrà.", scrisse sul suo diario nell'estate del 1917. Tra la sorpresa di molti dei suoi ammiratori accettò la Rivoluzione d'ottobre come l'atto finale di queste sue apocalittiche elucubrazioni.


Blok espresse il suo punto di vista sulla rivoluzione nell'enigmatico I Dodici (1918). Il lungo poema è una delle opere più discusse di tutta la letteratura russa. Descrive la marcia di dodici soldati bolscevichi (dodici come gli apostoli che seguirono Cristo) per le strade di San Pietroburgo durante la rivoluzione, mentre un fortissimo vento invernale del nord infuria attorno a loro."


La traduzione in rima che, secondo noi, ci restituisce il ritmo incalzante dell'originale è di Renato Poggioli (antologia "Il fiore del verso russo")




Le illustazioni  sono di Jury Annenkov

2 commenti:

  1. BELLISSIMI TUTTI, COMPLIMENTI A CHI LI HA POSTATI......

    RispondiElimina
  2. Grazie, io ho una vecchia edizione trovata su si una bancarella e miha fatto piacere ritrovare qui il poemetto di Blok.

    RispondiElimina

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