mercoledì 18 settembre 2013

OSIP ĖMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM


OSIP ĖMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM










Di questo corpo che m’è dato, che ne farò




Che ne farò di questo dono unico ed intimo?





Ditemi chi devo ringraziare




A chi devo essere grato




della tacita gioia di respirare ed esistere?




Sono un giardiniere ed anche un fiore




In questo mondo-prigione non sono solo.




Sui vetri dell’eternità si è posato




il mio caldo respiro, suggello di me




Come ricamo inconosciuto




Trascorre il sedimento dell’istante




Il caro segno non si cancellerà.


(f.g)

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