Poggia per un attimo le tue labbra
sulla polvere del mio cuore,
poggiale e lasciale indugiare
su ogni sussulto che odi.
Sentirai scorrere su di esse
il mio tiepido sangue,
un brivido ferito di cupa tempesta,
la salsedine di un pianto celato.
E quando le tue labbra
si leveranno da quello spasimo che t'invoca,
non spaventarti, amore mio,
se l'eco della mia anima frantumata
tornerà a visitare le tue ore notturne,
perché io starò battendo le strade della sera
con parole d'infinita ombra.
(a.t)
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