giovedì 8 maggio 2014

dal romanzo PICCOLA di Mura (Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri)

dal romanzo PICCOLA di Mura (Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri)

Piccola, Milano: Sonzogno, 1921

Ad Anna era severamente proibito di entrare nelle stanze affittate ai forestieri. Salutare con gentilezza sì, ma non di più. Nessuna confidenza, ciascuno al suo posto: ubbidire. E, poiché le era proibito, Anna si struggeva dal desiderio di conoscere meglio e da sola i forestieri che passavano nella sua casa. In quelle stanze vi era sempre un odore speciale che non trovava mai nelle altre camere. Un odore al quale non riusciva a dare un nome, ma che le piaceva infinitamente: odore di persone che adoperavano saponi profumati, essenze finissime, e che fumano sigarette di buon tabacco. Un odore di eleganza: di una eleganza che per la semplicità della sua casa e della sua vita ella non poteva conoscere, anche sfiorandola continuamente. Per tutti, quell'odore era odore di forestieri, e basta. Per lei era il profumo dell'ignoto, il profumo di una vita alla quale, forse, inconsapevolmente aspirava, senza comprendere e senza sapere. Aiutava sempre la mamma, e quando poteva rimanere in quelle camere, durante le ore della pulizia, con le finestre spalancate al sole, Piccola si rifugiava negli angoli, abbandonando la granata in mezzo alla stanza, per sfogliare una rivista, leggere un libro, o aspirare il profumo acuto e pure dolcissimo di una essenza ignota che odorava di primavera. Poi, turbata nei sensi ignari, più che nello spirito, riafferrava la granata con un gesto inconscio di rabbia e spazzava furiosamente, alzando la polvere che ricadeva sui mobili, velandoli di grigio.

(f.g)

Foto di Irina Ionesco


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