sabato 8 novembre 2014

Da I CENTO LIBRI - Che rendono più ricca la nostra vita di Piero Dorfles

Da I CENTO LIBRI - Che rendono più ricca la nostra vita
di Piero Dorfles


L’UTOPIA NEGATA

L’utopia, lo dice l’etimologia della parola, è un luogo, un paese, qualcosa che non esiste. I grandi racconti utopistici, dall’antichità a oggi, hanno rappresentato mondi e società perfetti, che infatti non hanno riscontro nella realtà. Nell’ultimo secolo, e ancora oggi, si è affermato invece un genere letterario che descrive utopie negative, distopie, mondi che vorrebbero essere perfetti, ma rappresentano la peggiore degenerazione dello stato etico e dei totalitarismi più brutali.
C’è da chiedersi perché alcuni tra i più importanti libri del Novecento che descrivono utopie negative prendano ferocemente di mira la degenerazione comunista piuttosto che i totalitarismi fascisti. Il fatto è che i princìpi su cui si fondano i fascismi, dietro una verniciatura di modernismo e di populismo, sono quelli dell’intolleranza, del razzismo, del machismo e del bellicismo. Mentre quelli del comunismo sono quelli della tolleranza, dell’egualitarismo e della solidarietà sociale. I fascismi, in fondo, hanno tradito solo la loro aspirazione all’efficientismo e alla modernizzazione, mentre i regimi comunisti hanno tradito il senso profondo di un’aspirazione umanitaria alla giustizia sociale. Ecco perché quello è il quadro in cui si ambientano i più significativi racconti distopici, o antiutopistici. Quelli che, ricordando che le utopie positive sono per definizione irrealizzabili, ci mettono in guardia dalla tragica degenerazione che ha caratterizzato la storia di tutte le utopie, fasciste e comuniste.

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