domenica 21 dicembre 2014

Bruno Schulz

Una biografia curata dalla pagina Facebook "Versi e prose in piena Libertà"


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Bruno Schulz
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Bruno Schulz (Drohobyč, 12 luglio 1892 – Drohobyč, 19 novembre 1942) è stato uno scrittore e pittore polacco. Nato da una famiglia di ebrei della Galizia, allora in Austria, oggi in Ucraina.

anigif

Biografia


Terzo e ultimo figlio di Jacob Schulz (che sarà protagonista traslato in molti racconti e immagini del figlio) e di Henrietta Kuhmärker, Bruno è cittadino di lingua polacca e nazionalità austriaca, del complesso Impero austro-ungarico.

Nel 1910 si iscrive al Politecnico di Leopoli, ma interrompe gli studi per la morte del padre (avvenuta nel giugno del 1915, ma malato dal 1910, quando fu costretto a chiudere il proprio negozio di stoffe), e certamente anche a causa della guerra, quando la famiglia va a vivere presso la sorella di Bruno, Hania Hoffman (vedova con due figli).

Nel 1917 si trasferisce a Vienna per riprendere gli studi di architettura, senza riuscirvi. Tornato nella sua città natale in Galizia, si dedica al disegno e alla letteratura, e svolge il ruolo di insegnante di disegno al ginnasio (praticamente tutta la vita dal 1924 al 1941, quando le leggi razziali gli impediscono di continuare).

Tra il 1920 e il 1922 crea una cartella di incisioni detta Il libro idolatrico (Księga Bałwochwalcza), che riprendono il tema simbolista della donna fatale e dominatrice, e in cui si possono scorgere vari autoritratti in pose idolatriche dello stesso Schulz (sono stati fatti paragoni critici con l'opera di Marc Chagall e Alfred Kubin).

Nel 1931 muore sua madre, e quattro anni dopo anche Izydor, suo fratello maggiore (che gestiva uno dei primi cinema della regione e lasciò alla morte tre figli giovani). Incoraggiato dagli amici, e in particolare dalla scrittrice Zofia Nałkowska, che ne ammirava lo stile, Bruno comincia a pubblicare racconti, raccolti in Le botteghe color cannella (Sklepy cynamomowe, 1933) e in Il sanatorio all'insegna della clessidra (Santorium pod Klepsydra, 1937), quest'ultimo con 42 proprie illustrazioni.

Le due opere interessano gli esponenti più moderni della cultura polacca di quel periodo, come Roman Ingarden, Stanisław Ignacy Witkiewicz e Witold Gombrowicz, dei quali diventa amico e con i quali scambia delle lettere (perdute) e gli aprono la strada alla collaborazione con diverse riviste (articoli e recensioni che verranno raccolti postumi). Nel 1938 pubblica su rivista il racconto La cometa (Kometa) e inizia a scrivere il romanzo Il Messia (Mesjasz), cominciato nel 1934, ma che andrà perso (doveva essere anche questo illustrato, e se ne sono ritrovati solo alcuni disegni. Il manoscritto scomparso del Messia di Schulz ha ispirato nel 1987 la scrittrice americana Cynthia Ozick che lo ha posto alla base del suo Il Messia di Stoccolma).

A seguito del Patto Molotov-Ribbentrop (1939), la città (che oltretutto aveva pozzi di petrolio) è invasa dall'Unione Sovietica, poi dalla Germania nazista, ed è teatro dell'Operazione Barbarossa, oltre che di rappresaglie anti-semite e di conflitti tra polacchi e ucraini.

Schulz intanto ha tradotto in polacco Il processo di Kafka (assieme alla fidanzata Józefina Szelińska, convertita al cattolicesimo e a lui legata da un «rapporto complicato»[1] che ricorda quello di Kafka stesso con Felice Bauer), che fu sicuramente il narratore europeo più affine alla sua ricerca letteraria e sul quale scrive una prefazione di acuta e pioneristica sensibilità.

Nel 1941 viene relegato nel ghetto. Siccome parla bene il tedesco lavora però per un ufficiale delle Schutzstaffel (che poi era un falegname austriaco). Ma il 19 novembre del 1942 viene ucciso per strada da un ufficiale della Gestapo. Il suo omicida si è poi vantato d'avere ucciso per vendetta, in quanto l'ufficiale presso cui lavora Schulz ha ucciso un altro ebreo che lavorava per lui. Il suo corpo è finito in una fossa comune e non è stato più ritrovato.

Pubblicate solo nel 1975 sono le Lettere perdute e frammenti ed alcuni schizzi critici.
« Lo spazio del negozio si ampliava nel panorama di un paesaggio autunnale, pieno di laghi e di lontananze […] E in basso, ai piedi di quel Sinai sorto dalla collera di mio padre, il popolo gesticolava, imprecava, adorava Baal e contrattava. Affondavano le mani dentro le pieghe morbide, si drappeggiavano delle stoffe colorate, si avvolgevano in dòmini e mantelli improvvisati, e parlavano confusamente e senza posa. »

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PERSONAGGI Un romanzo di Ugo Riccarelli dedicato allo scrittore
ebreo polacco ucciso da un ufficiale nazista nel 1942
Bruno Schulz: la fantasia fini' nel ghetto di Varsavia


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PERSONAGGI Un romanzo di Ugo Riccarelli dedicato allo scrittore
ebreo polacco ucciso da un ufficiale nazista nel 1942 Bruno Schulz:
la fantasia fini' nel ghetto di Varsavia Verra' presentato oggi,
alle 17.30, alla Libreria Feltrinelli di Firenze "Un uomo che forse
si chiamava Schulz" di Ugo Riccarelli (Piemme). Interverranno Alon
Altaras, Moni Ovadia e Antonio Tabucchi.Sklepy cinamonowe ("Le
botteghe color cannella"), usci' in Italia da Einaudi, per volonta'
di Italo Calvino, nel 1970, con un saggio introduttivo di Angelo
Maria Ripellino. Divento' immediatamente un "classico", cosi' come
lo era in Polonia (dove usci' nel '34). Bruno Schulz era insegnante
di disegno, ed egli stesso un pregevolissimo disegnatore. Fu amico
di scrittori di primo piano dell'avanguardia polacca, come
Gombrowicz e Witkiewicz, destinatario di molte sue lettere. Tradusse
in polacco Il processo di Kafka, e non pochi critici hanno notato
affinita' fra certe sue pagine, dominate dalla figura di un padre
descritto con tratti allucinati, grotteschi e quasi demoniaci, con
alcune tematiche dello scrittore praghese. Ma come sottolineava
Ripellino, accostando la "giocoleria clownesca e metafisica"
dell'universo di Schulz al dadaismo e al cubo - futurismo russo, Le
botteghe color cannella, segnate dal burlesco e insieme dalle
malinconiche fantasie chagalliane, volgono in direzione della favola
le reminescenze bibliche e la tradizione chassidica. Le vie e le
bottegucce della natale Drohobycz, piccola citta' della Galizia,
addormentata nell'oblio di un Impero Asburgico intemporale, che
Schulz anima di oggetti zoomorfi, di un fantastico bestiario e di
figurine umane incantate come folletti, diventano, come scrisse
Ripellino, "per fatagione uno scenario cosmico, allargandosi
all'immenso universo". L'universo di Schulz fu freddato da una
pallottola che un ufficiale nazista gli sparo' in testa nel ghetto
di Varsavia, nel 1942. Fu ucciso per un originale concetto di
giustizia: l'ufficiale ebreo dal quale era stato fatto servo uccise
l'ebreo servo di un altro ufficiale suo rivale. Costui, per
aggiustare i conti, gli ammazzo' il "suo" ebreo. Era Schulz. Oggi,
oltre ai negazionisti piu' protervi, anche opinionisti risuscitano i
noti canoni dell'anisemitismo ottocentesco, arrivando a definire la
religione ebraica come una delle piu' retrograde confessioni
religiose mai praticate in Occidente. Se per costoro la religione
ebraica e' "retrograda", c'e' da supporre che pratichino religioni
d'avanguardia. E ci chiediamo quali. Un altro interrogativo
rinvenibile in certi scritti circolanti, e' perche' gli ebrei siano
cosi' fortemente presenti nel movimento socialista, nelle banche,
nel giornalismo, nel mondo universitario. Non sappiamo in quale
misura cio' corrisponda a verita', ma possiamo affermare senza
timore di essere smentiti che essi sono fortemente presenti nella
scienza, nella musica, nella letteratura, nell'arte, e in genere
nella cultura piu' alta del Novecento. Il romanzo di Riccarelli
risponde implicitamente anche a questi interrogativi. Ma, in piu',
e' animato dal sentimento di una cultura umanistica espressa con una
scrittura asciutta e toccante. Segno confortante che il bello
produce il bello, e che esso e' l'antidoto migliore contro i bacilli
della malafede e dell'idiozia.*
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Quando il mito si sposa con la storia Nel libro di David Grossman,
"Vedi alla voce amore", assai noto in Italia, c'e' un intero
capitolo che si intitola "Bruno", dedicato all'opera (oltre che alla
tragica biografia) di Bruno Schulz. Grossman, in una introduzione
scritta per il catalogo di una mostra di disegni di Schultz tenutasi
al Museo Nazionale di Gerusalemme nel 1990, scrive: "Ho scritto di
Schulz per vendicare la sua morte insensata. Volevo scrivere un
libro che facesse tremare gli scaffali". Nel suo libro, come e'
noto, Schulz viene trasformato in un salmone, dopo la sua tragica
morte. Tale metamorfosi segue indubbiamente le fantastiche
raffigurazioni zoomorfiche che animano le "Botteghe color cannella".
Ma se in quel mirabile libro questi esserini fantastici, come in una
fiaba chagalliana fatta di sofferenze e nostalgie, esprimevano la
tragica condizione di essere ebreo, nella Mitteleuropa dei primi
anni del Novecento, nel libro di Grossman assumono quasi le forme
estetizzanti di un realismo magico di sapore latino - americano.
Quasi sempre, per poter lucidamente esprimere cio' che si e' capito
in maniera confusa, necessitiamo di un termine di paragone
eventualmente dialettico. Leggendo il libro di Riccarelli sono
riuscito a mettere a fuoco il senso di sottile disagio che mi
avevano fornito le pagine di Grossman. Cio' che ho apprezzato nel
romanzo di Riccarelli e' l'aver capito che la metamorfosi fa si'
parte di ogni pensiero mitico, ma che i miti, soprattutto i piu'
crudeli (da Edipo ad Antigone, a Ifigenia) hanno alla radice un
avvenimento reale: Edipo si acceca davvero, eccetera. Insomma, se da
una parte oggi un terribile revisionismo puo' far si' che
l'Olocausto venga rubato alla nostra memoria, dall'altra c'e' il
pericolo, non meno sottile, che tale tragedia assuma una forma
mitica. Ho amato il libro di Riccarelli perche' esso sa cogliere
l'emozione profonda che appartiene al mito senza dimenticare quella
storica che ne e' alla base.* Alon Altaras (scrittore e critico
israeliano).

Tratto dall' Archivio del Corriere della Sera
(http://archiviostorico.corriere.it)

13th Month / Requiem for Bruno

Schulz - Spitfire Company & Warsaw Mime Centre from Spitfire Company on Vimeo.



NOSOWSKA : NOMADA official music video from KRZYSZTOF SKONIECZNY on Vimeo.



Borborygmes from KRSTO / Christophe Gendre on Vimeo.



TREATISE ON MANNEQUINS/subtitles from anatom on Vimeo.

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