martedì 19 maggio 2015

LA NUMERO 13 di Lilith

LA NUMERO 13 di Lilith




Sono tornata
in quella pensione
"vista mare",
che il mare l'aveva
visto in cartolina,
dove ci incontrammo
la prima volta.

Adesso il glicine è sfiorito

"ha il colore dei suoi occhi"
e tu ridesti
"mi dai del lei?
mi fai sentire vecchia"

e i nodosi rami
hanno stretto l'inferriata
penetrandola senza
alcun pudore.

Ma allora, come da bambina,
raccolsi alcuni fiori
e ne succhiai il pistillo
avidamente, pensavo a te
anch'io senza pudore,
e te ne accorgesti.

"La mia stanza è la 13,
a me porta fortuna"

Bussai la stessa notte
"entra la porta è aperta
t'aspettavo"
e il nudo del tuo corpo,
disteso sul letto
avvolto dalle ombre,
profumava d'attesa
e senza farmi pregare
riempii quell'attesa.

Dalla strada le note
di un vecchio ritornello:

"furono baci furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle"

(foto Belisario Righi)

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