Murakami Haruki da Kafka sulla spiaggia
Sollevo la T-shirt di Sakura, e poso le mani sui suoi morbidi seni. Stringo fra le dita i suoi capezzoli, come se girassi le manopole di una radio. Il mio pene eretto preme contro le sue cosce. Ma questa volta lei non emette suono. Anche la sua respirazione si mantiene regolare. Immagino che sia immersa nel mondo dei sogni. Di nuovo sento il gracchiare di un corvo. Ancora una volta mi sta inviando un messaggio, ma io non sono in grado di decifrarne il senso.
Il corpo di Sakura è caldo, e umido di sudore come il mio. Con un gesto deciso, tento di farle cambiare posizione. La giro lentamente verso di me. Ecco, adesso giace supina. Fa un’espirazione profonda, ma ancora non dà segno di volersi svegliare. Appoggio l’orecchio alla sua pancia, piatta come una carta da disegno, e cerco di sentire l’eco dei suoi sogni nel labirinto che c’è lí sotto.
La mia erezione non passa. Anzi, sembra che debba durare in eterno. Abbasso le mutandine di cotone di Sakura. Lentamente, gliele sfilo dai piedi. Poi poso il palmo della mano sui peli del suo pube, spingendo piano le dita all’interno. Lí è caldo, e umido in modo invitante. Muovo con dolcezza le dita. Sakura ancora non si sveglia. Si limita, sognando, a fare un profondo sospiro.
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