martedì 1 settembre 2015

Lasciami Entrare di John Ajvide Lindqvist (nato in Svezia nel 1968)


Foto di John Ajvide Lindqvist

A Blackeberg, quartiere degradato alla periferia ovest di Stoccolma, il ritrovamento del cadavere completamente dissanguato di un ragazzo segna l’inizio di una lunga scia di morte. Sembrerebbe trattarsi di omicidi rituali, ma c’è anche chi pensa all’opera di un serial killer.

Mentre nel quartiere si diffonde la paura, il dodicenne Oskar, affascinato dalle imprese dell’assassino, gioisce segretamente sperando che sia finalmente giunta l’ora della rivalsa nei confronti dei bulletti che ogni giorno lo tormentano a scuola. Ma non è l’unica novità nella sua vita, perché Oskar ha finalmente un’amica, una coetanea che si è appena trasferita nel quartiere. Presto i due ragazzini diventano più che semplici amici. Ma c’è qualcosa di strano in Eli, dal viso smunto, i capelli scuri e i grani occhi. Emana uno strano odore, non ha mai freddo, se salta sembra volare e, soprattutto, esce di casa soltanto la notte…
Lasciami entrare è una tenera e crudele storia d’amore, vendetta e vampiri, un racconto fantastico e commovente sul dolore dell’infanzia e la forza dell’amicizia, dove sangue e orrore devono piegarsi alla potenza dell’amore e alla voglia di vivere.

Prefazione del libro Lasciami entrare di John Ajvide Lindqvist
Nato in Svezia nel 1968 ed è cresciuto a Blackeberg, sobborgo di Stoccolma.

PARTE PRIMA

Fortunato colui che ha un amico così

Le pene d’amore sono un orrore
un vero orrore
ragazzi.
SIW MALMKVIST, Pene d’amore

I never wanted to kill, I am not naturally evil
Such things I do
just to make myself more attractive to you
Have I failed?
MORRISSEY

Mercoledì 21 ottobre 1981

«Allora, cosa credete che sia questo?»
Gunnar Holmberg, commissario della centrale di polizia di Vällingby, alzò un piccolo sacchetto di plastica con dentro della polvere bianca.
Forse eroina, ma nessuno ebbe il coraggio di rispondere. Nessuno voleva essere sospettato di conoscere roba simile. Specialmente chi aveva un fratello o un amico del fratello che la usava. Che si iniettava horse. Persino le ragazze erano rimaste in silenzio. Il poliziotto scosse il sacchetto.
«Credete che possa essere lievito per dolci? Farina?»

Un mormorio negativo. Il poliziotto non doveva credere che quelli della classe 6B fossero degli idioti. In verità, era impossibile decidere cosa c’era all’interno del piccolo sacchetto, ma la lezione era sulla droga, quindi era possibile trarre delle conclusioni. Il poliziotto si rivolse all’insegnante.
«Ma non imparano l’economia domestica?»
L’insegnante sorrise e scrollò le spalle. La classe scoppiò in una risata, il piedipiatti era okay. Prima dell’inizio della lezione, aveva persino lasciato che alcuni ragazzi toccassero la sua pistola. Scarica naturalmente, però…
Oskar era eccitato. Conosceva la risposta. Odiava stare zitto quando conosceva la risposta giusta. Sapeva che quello che stava per fare era stupido, ma alzò la mano ugualmente.
«Sì?»

«È eroina, non è vero?»
«Proprio così» disse il poliziotto con uno sguardo gentile. «Come hai fatto a indovinarlo?»
I compagni si girarono verso di lui, curiosi di sentire quello che rispondeva.
«Be’, io… leggo molto.»

Il poliziotto annuì.
«Leggere è una bella abitudine» disse scuotendo il sacchetto. «Ma se uno usa questa roba non ha molto tempo per farlo. Quanto pensate che valga questo sacchetto?»

Foto dal film di Tomas Alfredson


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