IL RAZZISMO NON HA RAGIONE D'ESSERE
Qualche milione di anni fa, solo un attimo se consideriamo la storia evolutiva del nostro pianeta, in una zona (fra gli stati attuali dell'Etiopia, Kenia e Tanzania) del continente africano si evolvono i primi ominidi che in più ondate migratorie e in diverse epoche preistoriche si diffusero rapidamente, prima nelle zone tropicali e poi con l'utilizzo di indumenti pesanti si espansero anche nelle terre extratropicali.
Dopo vari stadi evolutivi gli appartenenti al genere Homo che rimasero in Africa diedero origine all'Homo Sapiens che a seguito di un secondo processo di emigrazione e imponendosi sulle altre specie che si erano in precedenza diffuse in altri continenti colonizzò tutte le terre emerse.
In parole povere, nolenti o volenti, siamo tutti di discendenza africana: l'adattamento ai vari ambienti naturali ha prodotto delle trasformazioni somatiche e di colore della pelle, ma restiamo comunque tutti figli di una Madre comune.
LE LACRIME NON HANNO COLORE
Ho visto un bimbo nero e uno bianco piangere..le loro lacrime non avevano colori diversi...
Le lacrime non hanno colore
di Edgardo Rossi
La frase non è mia l’ho letta su di un muro, una mano anonima l’ha scolpita lì, essa dice: “Ho visto piangere insieme un bimbo bianco e un bimbo nero, le lacrime avevano lo stesso colore”, quasi inutile risulta l’aggiunta posto al di sotto: “abbasso il razzismo”.
Quella frase mi ha indotto una serie di considerazioni riguardo quello che per alcuni è il problema del nostro Paese e della nostra città la sicurezza, problema che spinge alcune forze politiche ad autoproclamarsi difensori dell’ordine, che le spinge a dare vita ad una sorta di vigilanza fai da te, nella incrollabile certezza che la sicurezza sia messa in discussione solo ed esclusivamente da una certa parte dei residenti nel territorio e che questa parte sia formata da extracomunitari irregolari.
Trascuriamo il paradosso insito nella parola extracomunitario (ovvero coloro che non fanno parte della Comunità Europea e quindi buona parte dei cittadini del Mondo); trascuriamo anche il fatto che molti generalizzano e considerano un pericolo tutti coloro che non parlano italiano e hanno facce straniere; consideriamo che molti hanno paura solo perché le barriere le hanno nell’animo e nessun ragionamento logico le potrà rimuovere; aggiungiamo che molti mezzi di informazione creano la paura enfatizzando tutto ciò di illegale che proviene dai non italiani e che alcuni dell’italianità ne hanno fatto una bandiera con cui guadagnare proseliti e guadagni; pensiamo che nonostante le statistiche che ci dimostrano che di fatto il livello di delinquenza in Italia è stabile (anzi in leggera diminuzione) molti si ostinano a vedere pericoli dove pericoli non ce ne sono o ad ingigantirne la portata; e, forti di quanto affermato (e l’elenco potrebbe continuare) chiediamoci: da dove proviene questa rappresentazione della paura? Che è reale, è presente, è esagerata, che fa vivere male (perché chi ha paura vive male).
E soprattutto chiediamoci: cosa fare per vivere più sereni? Non basterebbe smettere di avere paura?, non basterebbe guardare gli altri con fiducia, pensando che la maggior parte della gente (da dovunque provenga) ha gli stessi nostri sogni, le stesse nostre speranze, gli stessi nostri bisogni. Non solo le lacrime non hanno colore, anche gli uomini non hanno colore, quello che spesso vediamo è il colore che le nostre menti chiuse costruiscono, nient’altro. Siamo noi a vedere come un pericolo solo ciò che è diverso, a rappresentare come una minaccia quello che ci rifiutiamo di capire.
Le autorità e i mezzi di informazione dovrebbero cercare di comunicare tolleranza, dovrebbero eliminare i ghetti che portano alla separazione e allo scontro, quei partiti che fanno della paura la loro bandiera dovrebbero pensare ai danni che stanno facendo a se stessi e ai loro figli.
Se non impariamo la tolleranza oggi il seme della violenza germoglierà, tempo una o due generazioni e gli scontri diventeranno terribili e la guerra già in atto sarà senza fine. D’altronde niente di nuovo, è l’eterna lotta tra l’amore e l’egoismo che continuerà ad esistere finche ci saranno i confini della mente che portano sempre a dividere mai a condividere, uomini e donne, bianchi e neri, giovani e vecchi, ricchi e poveri, e così via sempre come categorie contrapposte e mai come parti diverse di uno stesso progetto.
Se siamo davvero animali pensanti dovremmo fermarci a riflettere sulle nostre scelte o è forse vera quell’affermazione che asserisce che la cosa più presente nell’Universo è la stupidità umana? Allora ogni mio stupore cesserebbe, è risaputo che gli stupidi sono coloro che fanno il proprio male e quello degli altri. Io però credo che la maggior parte degli uomini sia solo confusa e che esistano enormi spazi di crescita, l’importante è partire insieme il prima possibile.
http://www.globalproject.info/it/community/le-lacrime-non-hanno-colore/2152
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare» Jack Kerouac
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