Scappiamo, fuggiamo verso i complici
giorni dell’infanzia. Perdiamoci inermi
nelle intense vertigini del corpo inconsapevole.
Confusi, non trovando i nomi
per tanto splendore, inventeremo formule
di una lingua segreta: come prima.
Smarriamoci nel grande incubo
della notte. Nei neri corridoi
dell’orrore insistiamo fino a che il fedele svenimento
– piegate le ginocchia – ci soccorra.
Vieni. Guardiamo in ogni serratura
che ci possa nascondere qualcosa di proibito,
gravemente uccidiamo farfalle invetriate,
pesticciamo la seta, il tulle laceriamo
che svela le magnolie,
e la disobbedienza sia nostro privilegio.
(da " Imago Passionis e altre poesie")
(f.g)
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