giovedì 26 febbraio 2015

VA BENE SE CI SENTIAMO SABATO POMERIGGIO? di Franco Guglielmino

VA BENE SE CI SENTIAMO SABATO POMERIGGIO? di Franco Guglielmino



Elena, quando ascoltò questo messaggio nella segreteria del suo telefono si meravigliò non poco: era Andrea, il suo collega d'ufficio. Un tipo molto riservato, quasi misterioso, ma con il quale era riuscita ad allacciare un buon rapporto. Fra tutti i colleghi era l'unico che non ci aveva provato, pur lavorando insieme nella stessa stanza dal momento che svolgevano lo stesso tipo di lavoro. A volte, però, mentre lavorava aveva la sensazione che Andrea la fissasse. Si girava di scatto e, non era un caso, immancabilmente incrociava lo sguardo di Andrea che, immediatamente si girava dall'altra parte. La cosa non dispiaceva ad Elena, anzi... Dopo aver ascoltato il messaggio di Andrea, alla ragazza venne spontaneo chiedersi: "Ma perché sabato pomeriggio? era appena giovedì. E non poteva chiederglielo di persona?." Poi si diede della stupida. Per un attimo aveva dimenticato che quello era il suo primo giorno di ferie, aveva preso due settimane. Elena era timida, ma in certi casi determinata. Fece il numero del centralino dell'ufficio e si fece passare Andrea. "Ciao Andrea, ho ascoltato il tuo messaggio e considerato che domenica andrò a trovare i miei che hanno affittato una casa al mare, e mi fermerò da loro per tutto il periodo di ferie, mi chiedevo se puoi anticiparmi qualcosa."
"Ciao Elena, sei stata molto gentile a chiamarmi e ti ringrazio. Il fatto è che volevo chiederti se potevo venirti a trovare domenica sera. Ho una sorpresa ma preferirei non parlarne al telefono. Ma se tu non ci sei...". Elena, anche se presa alla sprovvista rispose immediatamente senza neanche pensarci: "Andrea, non ci sono problemi, avviserò i miei e sposterò di un giorno la partenza. Allora ti aspetto domenica, a che ora?" "Verso le 19, se per te va bene" rispose Andrea. "Certo, Andrea, allora a domenica."
Dopo aver riattaccato, Elena cominciò a fare mille congetture e tutte portavano ad una stessa conclusione: Andrea provava qualcosa per lei e la sorpresa non poteva che essere una, domenica avrebbe scoperto le sue carte. Si spiegavano anche quelle occhiate furtive ma intense. Elena viveva da sola in un appartamentino e quindi godeva di un certa libertà e questo Andrea lo sapeva. Da metodica come era, prese carta e penna e fece un elenco delle cose che avrebbe dovuto fare prima di domenica:
- comprarsi quel delizioso scamiciato che aveva visto in centro
- un completo intimo nuovo, molto intimo
- andare dal parrucchiere e dall'estetista, servizio completo compresa ceretta
- ordinare una pianta di orchidea
- rifornire il suo mini bar
- comprare una confezione di profilattici (gli uomini non ci pensano mai).
Finalmente arrivò la giornata di domenica, Elena non stava più nella pelle.
Alle 19 in punto squilla il citofono, è Andrea. "Secondo piano"
Quando sente il campanello della porta d'ingresso aspetta qualche minuto prima d'aprire. Si guarda allo specchio e sussurra: sei una figata. Apre la porta e... Andrea non è solo, con lui c'è un altro ragazzo, molto bello, fra l'altro. Un attimo di panico: ma che vuol dire? Andrea si accorge dell'imbarazzo di Elena e le dice tutto d'un fiato: "Ciao cara, ti presento Davide, è il mio ragazzo e volevo che fossi tu la prima a saperlo."



Superato il primo momento di cocente delusione, Elena fa buon viso a cattivo gioco.
"Andrea, sono felice per te. Ti ho sempre considerato un uomo di larghe
vedute e questa tua scelta di vita è una conferma.
Ma prego accomodatevi. Ho preparato una cenetta semplice. Le pietanze
sono abbondanti e, anche se avevo preparato per due, basterà per tutti e tre.
E poi, penso che due persone innamorate non danno peso al cibo, si nutrono
di baci e di tenerezze."
"Elena non sai che felicità mi stai dando. Io e Davide per tutta la strada
abbiamo pensato alla tua reazione. Ho cercato di rassicurarlo. Vedrai gli ho
detto: "Elena è una persona speciale, intelligente e aperta. Sarà la prima a
saperlo. E la sua approvazione sarà per me la prova che potremo affrontare
il mondo intero."
Elena si morse il labbro superiore, una abitudine che aveva fin da bambina,
quando non voleva dare a vedere i suoi veri sentimenti.
" Bando alle chiacchiere, penso che abbiate fame. Baci e tenerezze vanno
bene ma anche lo stomaco vuole la sua parte.
Ho preparato io stessa i piatti... ma non preoccupatevi, ci so fare.
Per antipasto un cocktail di gamberi allo zenzero. Capesante gratinate alle
mandorle. Budino di pane e asparagi
Seguirà un risotto al basilico con zenzero e capesante.
Aragosta al prosecco.
Filetto di prosciutto con marmellata di peperoncini.
Ah, dimenticavo, come drink d'apertura, un rosato ai lamponi con mandorle.
Per dolce una cosetta semplice, torta al cioccolato con amarene.
Come vino ho scelto un Pinot Nero del 2014, che va bene anche col pesce.
Come vedete, una cenetta senza pretese."
I due ragazzi rimasero a bocca a aperta.
"Ma non dovevi. Siamo venuti per darti la bella notizia. Non pensavamo ad un
invito a cena. Ti avremmo portato un bouchet di fiori di campo e almeno una
bottiglia del migliore spumante. Sotto la casa di Davide... la nostra casa, non
mi sono ancora abituato a considerarla il nostro nido, c'è una enoteca
eccezionale."
"Vi farò io una sorpresa eccezionale" pensò Elena.
"E adesso scusatemi, preparo il carrello da portare a tavola."
"Possiamo aiutarti? Davide è maestro di cerimonie in uno dei più rinomati
alberghi della città."
"No, grazie, non voglio intralci in cucina. Sono abituata a fare tutto da sola, e
non solo in cucina." Aggiunse maliziosamente.
In cucina, Elena scoppiò a piangere. Si era illusa, come una scema.
Ma stavolta aveva lei il coltello dalla parte del manico.
Preparò il drink d'apertura, un rosato mescolato con un potente veleno
incolore, insapore, ma eccezionalmente efficace.
" Eccomi ragazzi, cominciate a sorseggiare questo drink. Io sono allergica alle
mandorle. E' delizioso e ve lo ricorderete per tutto il resto della vostra vita,
che spero sia lunga e piena di sorprese."
Elena ritornò in cucina, mangiò qualcosa di quello che aveva cucinato e poi
preparò la sua valigetta da viaggio. Doveva raggiungere i suoi genitori e
aveva una voglia matta di mare.
Uscendo di casa, diede una occhiata al divano e poi:
"Ciao angioletti. Il vostro amore sarà eterno e per il resto (parafrasando
Rossella di Via col vento) ci penserò fra due settimane, al ritorno dalle ferie."
Chiuse la porta alle spalle e pensò: "Meno male che sono previdente. Una porta a tenuta stagna è l'ideale, in certi casi."

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