Antonella Lucchini
Passavo con lentezza
sulle tue labbra,
pudicamente le prime volte
eviscerandole tutte le altre.
Succose
di carne e di rosa
levigate
ripiene
colme
amavo partire e finirmi
addosso a loro
che erano l'uscio per arrivarti
in gola
e baciare la tua voce
mentre nasceva.
Si stendevano molli e languide
per far addormentare la mia tempia
la destra,
per lasciare alla sapienza lenitiva
della tua mano
il muscolo impazzito
e renderlo docile
tuo.
Scriverne
non è come sentirle
non sentirle
non è come la felicità.
(f.g)
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