lunedì 8 settembre 2014

NIETZSCHE - Al di là del Bene e del Male CAPITOLO QUARTO Aforismi e interludi

NIETZSCHE - Al di là del Bene e del Male


CAPITOLO QUARTO
Aforismi e interludi
41_00009623nietzsche-on-his-sick-bed-olde-c-1899 - Copia (2)
63.
Chi e nato maestro, prende le cose sul serio solamente in quanto riguardano i suoi scolari - anche se stesso.

64.
« La scienza per la scienza » -- e l'ultimo tranello tesoci dalla morale: e così ch'essa ci avvolge inestricabilmente nella sua rete.

65.
L'attrattiva della conoscenza sarebbe ben debole, se per giungere alla stessa non si dovesse vincere tanto pudore.

65.a
Verso il proprio Dio si è maggiormente disonesti: noi pretendiamo ch'egli non possa ne debba peccare.

66.
La propensione ad avvilirsi, a lasciarsi derubare, sfruttare e caricar di menzogne, potrebbe essere il pudore d'un Dio in mezzo agli uomini.

67.
L'amore per un unico essere è una barbarie: perché si esercita a detrimento di tutti gli altri. Anche l'amor di Dio.

68.
« lo ho fatto questo » mi dice la memoria. « Non posso averlo fatto » sostiene il mio orgoglio che è inesorabile. Finalmente cede la memoria.

69.
Si ha osservato male la vita, se non si ha scorto anche la mano che pietosamente - uccide.

70.
Quando si ha del carattere si ha anche nella vita la propria avventura tipica, che sempre si rinnova.

71.
Il savio quale astronomo. -- Sino a tanto che sentirai gli astri come qualche cosa al « disopra di te », non possederai ancora lo sguardo del veggente.

72.
Non la potenza, bensì la durata d'un sentire elevato forma gli uomini superiori.

73.
Chi raggiunge il suo ideale, per ciò stesso lo oltrepassa.

73.
Vi sono dei pavoni che nascondono gelosamente la loro coda occhiata e in ciò ripongono la loro superbia.

74.
Un uomo dotato di genio e insopportabile se non ha oltre al genio almeno due qualità: la gratitudine e la pulizia.

75.
Il grado e la specie della sessualità d'un individuo penetrano fino al più alto grado nel suo spirito.

76.
In condizioni pacifiche l'uomo bellicoso s'accapiglia con se stesso.

77.
I principi servono a tiranneggiare le proprie abitudini, a giustificarle, onorarle, vituperarle o nasconderle: - due uomini di principi uguali vogliono probabilmente raggiungere qualche cosa di fondamentalmente diverso.

78.
Chi disprezza se stesso, si onora almeno come disprezzatore.

79.
Un'anima che si sa amata, ma non sa riamare, manifesta i propri bassifondi : ciò che era sepolto in fondo viene a galla.

80.
Una cosa che si spiega cessa d'interessarci. Che cosa intendeva dire quel Dio che suggerì : « conosci te stesso » ? Forse voleva dire: « cessa d'interessare te stesso» divieni oggettivo » ! - Socrate? - e l' « uomo scientifico »?

81.
È cosa orribile perire di sete in mezzo al mare. È proprio necessario che voi mettiate tanto sale nella vostra verità da renderla incapace di soddisfare la sete?

82.
«Pietà di tutti» - sarebbe durezza e tirannia contro te stesso, mio caro vicino!

83.
L'istinto. - Quando la casa é in fiamme si dimentica perfino il pranzo. -- Sì, ma poi ci si rifà sulle ceneri.

84.
La donna apprende ad odiare a misura che disimpara ad affascinare.

85.
Le stesse passioni nell'uomo e nella donna sono differenti nel loro andamento; é perciò; che l'uomo e la donna non cessano mai dal fraintendersi.

86.
Le donne celano sempre in fondo alla loro vanità personale un disprezzo imperiale per la « donna ».

87.
Cuore incatenato, spirito libero. - Quando si incatena il proprio cuore e lo si tiene prigione, si può permettere molta libertà al proprio spirito: l'ho già detto una volta. Ma non si vuole credermi -- purché non sia una cosa già risaputa.

88.
S'incomincia a diffidare delle persone troppo prudenti, quando si mostrano imbarazzate.

89.
Le avventure terribili fanno pensare se per caso quegli cui sono toccate, non sia egli stesso qualche cosa di terribile.

90.
Le persone gravi, malinconiche, divengono precisamente per ciò che rende pesanti, le altre, vale a dire l'odio e l'amore, più, leggere, e salgono di tratto in tratto alla loro superficie.

91.
È tanto freddo, tanto agghiacciato che solo a toccarlo ci si brucia le dita; ogni mano che lo tocca si ritrae impaurita! E forse appunto per ciò molti lo ritengono ardente.

92.
Chi mai non si è ancora sacrificato almeno una volta - per la propria reputazione?

93.
Nell'affabilità verso tutti non vi è traccia di misantropia, ma appunto per ciò vi è troppo disprezzo degli uomini.

94.
La maturità dell'uomo equivale ad aver ritrovata la serietà che da bambini si metteva nei giuochi.

95.
Il vergognarsi della propria immoralità, è un gradino della scala, alla sommità della quale ci si vergognerà della propria moralità.

96.
Bisogna prender congedo dalla vita come Ulisse da Nausica, - piuttosto benedicendola, che innamorati di essa.

97.
Come! Un grand'uomo? Ma io non scorgo mai altro che un commediante del proprio ideale.

98.
Quando si ammaestra la propria coscienza, essa ci bacia nello stesso momento che ci morde.

99.
Il disilluso parla: M'attendeva di sentire la eco, ed invece non sento che lodi.

100.
Dinanzi a noi stessi noi ci fingiamo sempre meno accorti di quanto siamo; in tal modo ci riposiamo dalla fatica che ci procura il prossimo.

101.
Oggidì un veggente amerebbe credersi un Dio divenuto bruto.

102.
Ritrovare amore in chi s'ama dovrebbe veramente disingannare chi ama sul conto dell'oggetto amato. « Come? Sarebbe dunque una cosa modesta ancor quella d'amar te? Oppure sciocca? Oppure; oppure.... ».

103.
Il pericolo nella felicità. - « Ora tutto mi va per il meglio! Ora amo qualsiasi destino: chi ha voglia d'essere il mio destino? »

104.
Non è già il loro amore del prossimo, ma, unicamente la impotenza di codesto loro amore che impedisce ai cristiani di oggidì -- di abbruciarci.

105.
Allo spirito libero, colui che possiede la « religione della conoscenza » - ripugna la pia fraus più ancora dell' impia fraus. Onde la sua profonda incomprensione della Chiesa quando egli appartenga al tipo « spirito libero » - perché essa vuole asservirlo.

106.
Grazie alla musica le passioni trovano godimento in se stesse.

107.
Allorquando si è presa la risoluzione dischiudere l'orecchio anche ai più validi argomenti contrari; ciò è indizio di carattere forte. Dunque eventualmente un volere l'imbecillità.

108.
Non esistono fenomeni morali, ma bensì unicamente un'interpretazione morale dei fenomeni.

109.
Il delinquente molto spesso non è all'altezza del suo delitto: egli lo rimpicciolisce e lo calunnia.

110.
Gli avvocati dei delinquenti sono di rado tanto artisti, da far risaltare a favore di chi l'ha commessa, quanto vi è di terribilmente bello nell'azione commessa.

111.
Quando il nostro orgoglio é stato offeso allora precisamente la nostra vanità si sente meno offesa.

112.
A colui che si sente predestinato alla contemplazione anziché alla fede, tutti i credenti appaiono troppo chiassosi e importuni e cerca evitarli.

113.
« Vuoi tu disporre qualcuno in tuo favore? Fingi d'essere imbarazzato dinanzi a lui».

114.
L'enorme attesa nell'amore sessuale e la vergogna che si cela in quell'attesa, guastano fin da principio ogni prospettiva alla donna.

115.
Dove non é in gioco né amore né odio, l'arte della donna riesce

mediocre.

116.
Le grandi epoche della nostra vita si affermano allorquando ci

sentiamo il coraggio di ribattezzare il male che é in noi, per la

parte migliore di noi stessi.

(f.g)

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