forse non sai
Arianna
che del filo che mi
permise di uscire
dal Labirinto
ne staccai un pezzetto per ricordo
ma il resto si snoda ancora
lungo i percorsi della follia
l'ho conservato
fra i cimeli di mille battaglie
e un striscia di tela bianca
che salvai dalla nave
che mi portava a casa
Eolo mi ha poi perdonato
ma tu? ed è la mia tortura...
durante il corso della vita
ho sfidato mortali e subito
le ire degli dei
era il mio destino
ma ho sempre portato nel cuore
un dolore lacerante
e mi chiedo ancora:
perché ti ho abbandonata?
nelle notti chiare d'estate
spesso mi soffermo
a guardare il cielo stellato
e cerco la tua Corona
- mi conforta il pensiero
che qualcosa che ti appartenne
rimarrà viva in eterno -
a volte mi sembra di riconoscere
nelle due stelle più brillanti
i tuoi occhi
spesso velati di tristezza
e allora
vorrei tanto che non fossi
mai uscito vivo
da quel Labirinto
e fra le macerie della mia mente
lo cerco ancora...
e ora so come trovarlo
ho preparato il mio ultimo
bagaglio
una sacca che ho riempito
con i miei ricordi più cari
e porterò con me anche
quel brandello di filo
mi aiuterà a ritrovare la strada
che seguirò a ritroso
passo dopo passo
fino a raggiungere la stanza
più segreta
al centro del nostro Labirinto
ho chiesto a mio padre Poseidone
di liberarti dalle malie del mare
e ti aspetterò
per percorrere insieme
se vorrai
l'ultimo cammino
e stavolta per sempre
... ma non ho più molto Tempo
(franco o almeno credo che sia mia... salvo smentite)
Art.: Angelica Kauffmann, 1780

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