Occhi di gatto di Serena Dandini
da FERITE A MORTE
Amor, ch’a nullo amato amar perdona.
Dante Alighieri, Divina Commedia
Lui vendeva stoffe al mercato e aveva gli occhi di gatto, ma io ero già sposata con Mhamed, che aveva quarant’anni più di me. Mhamed l’ho incontrato la prima volta il giorno del nostro matrimonio. Ho pensato: almeno questo vecchio non ha i baffi. Mia cugina è stata più sfortunata, il suo aveva pure la barba.
Mia madre l’hanno sposata a tredici anni, ha fatto tredici figli.
Mia madre mi ha detto: «Segui il tuo destino come una spiga al vento, e vedrai che la vita passa presto come in un soffio…», ma lui aveva gli occhi di gatto e all’improvviso il vento si è fermato, mentre il mio cuore si è svegliato e ha cominciato a battere forte.
Ci siamo innamorati dell’amore. Ogni giovedì al mercato di Tabriz su un letto di damaschi e sete preziose.
Tutte mi chiedono: «Com’è morire sotto una pioggia di pietre?».
Il contrario esatto dell’amore. Il cuore si ferma e diventa tutto buio.
Ma quello che mi ha veramente ferito è stato l’applauso finale di tutti gli uomini del paese. Forse volevano il bis, ma io ero già sepolta, c’erano pure mio padre e mio fratello ad applaudire.
Tutte mi chiedono: «Com’è morire sotto una pioggia di pietre?».
Conviene, i parenti risparmiano per la tomba.
Ma, anche sotto tutte le pietre del deserto di Garmsar, nessuno potrà mai togliermi il mio amore dagli occhi di gatto.
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