venerdì 18 novembre 2011

Una green ...story d'amore


















Destandosi un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto, in un enorme insetto. Se ne stava disteso sulla ....
a questo punto è intervenuto Mr. Park: "ma che fai, ti metti a copiare; non lo sai che questo
è l'inizio del racconto La Metamorfosi di Kafka?! e con sarcasmo: " tutti eguali voi italiani!....."
"Non raccolgo l'offesa.... certo voi anglosassoni siete tutta un'altra cosa!" Senza accorgersi che lo stavo prendendo per i fondelli, abbozza un sorrisetto e con il cappello in testa trova posto tra alcuni volumi di letteratura inglese posti in cima alla libreria.
Continuo: " lo so che è l'inizio del capolavoro di Kafka, ma grazie anche a te, ho la testa in stato confusionale, e volevo fare una furbata (sono o non sono italiano?): non dico, spacciare La Metamorfosi per una mia storia, nessuno ci avrebbe creduto, ma riempire anche oggi il mio blog con un racconto fantastico". Ma tant'é.......questo è il racconto:




  In una splendida mattina di primavera, mi trovai in una posto che non conoscevo, anche se mi sembrava di ricordare qualcosa. Il terreno era "tovagliato", si, sembrava di camminare su una tovaglia decorata con motivi trapezoidali e la cosa più strana, questo terreno o tovaglia che sia, si trovava sopra un mobile, una specie di scarpiera.....
Un momento, per tamponare gli effetti devastanti del parkinson prendo tante medicine e ogni tanto soffro di leggere allucinazioni....Sicuramente si trattava proprio di una allucinazione!
Stavo cercando di ritornare in me quando, non molto distante notai una fontana decorata, un pò "naif", ma gradevole: sentii anche scorrere dell'acqua, non c'erano dubbi si trattava proprio di una fontana. Mi avvicinai e cercai di guardare dentro la fontana, ma senza riuscirci perchè il bordo, alto circa 6/7 centimetri, mi impediva la vista....



"Alt!!!"dissi a me stesso, "cosa sta succedendo? se il bordo è alto come io lo vedo ne consegue (normalmente sono abbastanza razionale) che io sono non più alto di un pollice....."



"e te ne accorgi adesso?" a parlare era qualcuno che assomigliava ad un buffo ometto : non mi ero accorto prima della sua presenza  perchè era seduto, per terra, semi nascosto da un cespuglio di rovi. Indossava strani vestiti e in testa aveva un cappello fatto con delle foglie di quercia e bacche che lo faceva sembrare più alto di quanto in realtà fosse!
"Dove mi trovo?" gridai angosciato "e tu chi sei?
"Oh, questa è bella, sono uno nano: non si vede? Mi trovavo da queste parti e mi sto riposando dove mi vedi. Il rumore dell'acqua che scorre è molto piacevole" "e tu vai via!"
non lo diceva a me, ma ad un uccellino che si era messo a beccare dentro una bisaccia che lo strano ometto o nanetto aveva presso di sè, per terra.

Restai sbalordito, ma finsi di stare al gioco: "va bene, tu sei un nano e io chi sono Pollicino?"
Dopo avermi degnato di un sguardo: "bè, considerata l'altezza, potresti anche esserlo!"
Rimasi di stucco, ma non volendo darlo a  vedere continuai: "Senti amico, mi trovo in una situazione imbarazzante: non sò dove mi trovo e nemmeno perchè sono ...(avrei voluto dire "diventato così piccolo", ma non avrebbe capito!) , perchè sono capitato da queste parti. La mia malattia, che si chiama morbo di Parkinson, spesso mi fa di questi scherzi......" "Ah, sei amico di Mister Parkinson? lo conosco! Posso fare qualcosa per tè" Rimasi sbalordito e senza sapere neanche io il perchè, gli risposi: "Qualcosa potresti fare, non riesco a guardare cosa c'è dentro questa fontana, ma il gorgoglio dell'acqua è così gradevole..... e poi mi sembra di sentire delle voci ...." "Si, si ...il Mister fa di questi scherzi" disse l'ometto quasi infastidito , aggiungendo "dieci talleri!" "Cosa? "
chiesi io. "dieci talleri e ti dò una mano per farti salire sul bordo della vasca" "Ho solo una banconota da 10 euro, e alcune monete da un euro...." risposi, dopo aver svuotato le mie tasche. "Bah, carta straccia! ma perchè sei un amico del Mister mi vanno bene le monete! Qui non servono a niente ma posso sempre trasformarle in ciondoli...." disse disgustato il nanetto  e poi, aggiunse "io mi chiamo Dugnus ma stai zitto,  del tuo nome non me ne frega niente.....adesso devo ripartire e se vuoi ancora il mio aiuto è meglio che ci sbrighiamo!.."

Aveva una forza sbalorditiva, sollevandomi quasi di peso mi mise a sedere sopra il bordo della vasca e dopo aver intascato la ricompensa pattuita, si allontanò con la sua bisaccia sulle spalle, boffocchiando " a non rivederci, con certa gente non voglio avere niente a che fare: vengono qui, ti disturbano....." le ultime parole non le udii perchè lo strano essere si intrufolò in una fenditura di una vecchia quercia e scomparve.

Mi trovavo in una situazione a dir poco angosciante, ma l'interno della fontana era talmente affascinante che per un momento dimenticai i miei guai! Il bordo era abbastanza stretto e per non scivolare dentro l'acqua, mi misi a cavalcioni e mi avvicinai fino ad un punto della vasca (che scoprii essere di forma ovale) dove c'erano dei sassi che mi permisero di entrare all'interno di quella misteriosa fontana.
Se l'architettura di quel luogo l'avesse partorita la mente fantastica di uno scrittore come Edgar A. Poe non avrebbe potuto concepire un luogo più misterioso e inquietante.
Le parole non sempre riescono a descrivere ciò che si vede e tanto meno le emozioni che certi paesaggi ti trasmettono: si, perchè (forse per le mie dimensioni ridotte al minimo) quello che mi stava davanti, non era l'interno di una fontana ma un intero paesaggio , con anfratti, cascate, giochi architettonici, fiori sovradimensionati rispetto alle dimensioni delle strutture fisse e........."Alt, meglio riordinare le idee" mi dissi! Avevo la statura di un pollice, ero all'interno di una vasca che racchiudeva dentro un intero paesaggio, e anzichè
scappare terrorizzato me ne stavo affascinato a contemplare qualcosa che poteva anche essere opera del diavolo (si fà per dire....).
Di fronte a me si ergeva una tetra parete (per via del colore scuro) ingentilita da fiori bianchi a forma di campanella: in alto, da un grande vaso scaturiva, come se fosse una fonte sorgiva, un rivolo d'acqua che si travasava, a cascata, da una roccia color ocra con venature bianche ad un'altra roccia quasi identica situata più in basso rispetto alla prima:
il tutto alimentava un laghetto. Le sue sponde erano ricoperte da giganteschi fiori somiglianti alle spighe della lavanda. In secondo piano, gigantesche canne vuote di bambù, si incrociavano armoniosamente e raccoglievano una pioggia d'acqua che dall'alto alimentava questa, in apparenza, inutile canalizzazione. Dietro la roccia  a parete (prima descritta) una foresta di alte piante e ancora fiori; inoltre, un gorgoglio d'acqua faceva intuire (da dove ero non riuscivo a vedere) che altre cascatelle alimentavano un altro laghetto che doveva trovarsi alle spalle della parete rocciosa.
A sinistra, quasi lambita da un rivolo d'acqua, una ragazza ....."sto diventando pazzo" mi dissi! Guardai meglio, non era una ragazza quella che vedevo ma una folletta, si proprio una folletta dalle caratteristiche orecchie a punta. Un viso incorniciato da due treccine bionde, la testa cinta da una coroncina di fiori intrecciati e fra le braccia teneva un mazzo di fiori di lavanda; un vestito rosso senza maniche e calzava due stivaletti, penso, all'ultima moda!








"Che strano" pensai "nei momenti più difficili, a volte anche pericolosi, ti ritrovi ad osservare particolari che altrimenti non noteresti" Questo mi stava succedendo!

"Ciao, chi sei e cosa cerchi in questo nostro mondo?" mi chiese con una voce leggermente gracchiante, e aggiunse "sicuramente non sei di queste parti, hai un vestito così buffo!"

"Chi sono? non lo sapevo prima, figurati adesso! Cosa cerco? Io non dovrei essere qui, non sò come ci sono arrivato e peggio ancora non ho fatto niente per arrivarci!"

Mi guardò con due occhietti maliziosi e poi aggiunse " Mi chiamo Sisur e abito questi luoghi da più di quattrocento anni e non mi stanco mai di guardarli, perchè ogni giorno sono sempre diversi! Oggi è il giorno della Luna che sorride, per questo tutto è così tranquillo.....Sei stato fortunato! Non importa se non mi hai voluto dire chi sei, avrai i tuoi buoni motivi! Una cosa è certa, però,  se sei qui, un motivo ci sarà! Puoi dirmi almeno quanti anni hai?"

Un pò stordito, risposi "Ho settant' anni, e non li porto neanche bene! E poi....."; era inutile parlarle dei miei malanni!

Battè le mani come una bambina: "Settant'anni, ma allora sei un bambino! Avrai anche fame, i piccoli hanno sempre bisogno di nutrirsi." A questo punto fà il gesto più bello del mondo, quello di una madre nell'atto di scoprirsi il seno per allattare.....

Riuscii a fermarla in tempo: "no, grazie, non ho fame; ho mangiato poco fà" Ci rimase un pò male, ma fece finta di niente.

Per rompere un pò il ghiaccio, le chiesi: "Non hai paura di stare quì tutta sola? Ho letto che nel mondo dei folletti circolano strane creature,  incroci fra serpenti e  draghi..."

"Ah, ah ma di cosa stai parlando?  Quelle strane creature, come le hai chiamate tu, esistono solo nelle favole che gli esseri umani della Grande Terra hanno inventato per esorcizzare le loro paure....Ora ho capito, tu sei un essere umano: la tua statura mi aveva messo fuori strada....però il sospetto l'avevo avuto! Chiariamo subito due cose: uno, non sono una folletta, per tua fortuna! ma una gnoma; due, quì non sono sola!" "insieme a me vivono altri due gnomi, dall'altra parte della fontana, ecco perchè non ti eri accorto della loro presenza!"

Guardai verso il punto indicatomi da Sisur e vidi, semi nascosti dalla vegetazione, due gnomi: portavano il cappello a punta e per il resto erano vestiti come due gnomi. Uno, quello che mi sembrò piu avanti negli anni, aveva fra le braccia una spiga di lavanda,  come quella di Sisur, e l'altro, sicuramente più giovane teneva vicino al viso un mazzetto di fiori bianchi. Nonostante fossero distanti, fui colpito dall'espressione del giovane gnomo: il suo sguardo era assente anche se esprimeva una profonda tristezza e un dolore senza speranza quasi una morbosa malincolia.

"Chi sono ?" chiesi a Sisur.





"Quello con la lavanda fra le braccia si chiama Kenus e l'altro, il più piccolo, ha meno di duecento anni, quello vicino al cigno, si chiama Tilin ed è il figlio di Kenus. "Sono arrivati in questo posto un pò di tempo fà provenienti da un villaggio, nella foresta di *Komi. Trovarano il posto di loro gradimento e mi chiesero se potevano fermarsi. Fui ben felice di avere compagnia e fu l'inizio di una bellissima amicizia. "Passavamo i nostri giorni a correre e nuotare nudi nel lago e poi, durante i plenilunei, ci raccontavamo le storie del Piccolo Popolo, le nostre storie, e le leggende di altre creature che vivono lontane dai boschi: storie terribili di esseri che, figurati, per essersi allontanate dalla Grande Madre, stanno rischiando di perdere il dono più prezioso: la Fantasia".










"Passavano gli anni, i lustri (non sò quanti) e il tempo scorreva veloce, è sempre così quando si è felici! Ma un giono accadde qualcosa che non doveva accadere: il piccolo Tilin, che nel frattempo era cresciuto, cominciò a guardarmi in maniera diversa, non voleva più giocare insieme a noi ed era infastidito se Kenus mi guardava con tenerezza o mi usava delle gentilezze. Era chiaro, noi donne queste cose le percepiamo prima di voi, Tilin si stava innamorando di me e ciò era terribile perchè questo rischiava di rovinare il sodalizio che si era creato fra noi! Parlammo a lungo, ma fu inutile! Negava l'evidenza dei fatti ed ogni giorno che passava, diventava sempre più taciturno e scontroso."








Questa storia mi aveva fatto diventare triste ma mi aveva distolto dal mio problema: mi trovavo in un luogo sconosciuto, vittima di un sortilegio, eppure tutto questo era passato in secondo piano! La storia di quelle tre creature mi aveva fatto dimenticare tutto il resto!

"Cosa accadde dopo?" chiesi.

"Kenus cercò di convincere il figlio a ritornare presso il loro villaggio. Ma fu inutile, Tilin, ormai chiuso nelle spire dei suoi pensieri, era diventato prigioniero di se stesso e di questo luogo. Io, causa involontaria di questo dramma, mi ritirai in questa parte della fontana e, da quel momento, i giorni felici furono soltanto un ricordo! Ormai sono passati diversi anni e le stagioni del Tempo si susseguono eguali a se stesse."

Sinceramente addolorato, incapace di pensare ad altro, le chiesi con dolcezza: "Sisur, sono pieno di problemi, ho perso ogni contatto con il mio mondo e la strada di casa, forse per sempre, ma se posso fare qualcosa per te, per voi, dimmelo!"

Sisur, mi guardò con i suoi occhietti furbetti, accennò un sorriso e poi avvicinandosi, mi parlò a lungo, ad un orecchio...concluse dicendo: "da me questo discorso non l'accetterebbe!".  Seppi così quello che dovevo fare!

Saltellando da un sasso ad un altro e compiendo peripezie d'ogni sorta, mi portai accanto a Tilin e dopo aver chiesto il permesso (senza ottenere risposta), mi sedetti al suo fianco. Dapprima sembrò non accorgersi della mia presenza ma dopo un pò mi guardò (i suoi occhi esprimevano pienamente ciò che l'anima nascondeva: il baratro dove si era perso) e mi domandò: "Chi sei, quale mondo ti ha partorito?" Ed io, seguendo il copione suggeritomi da Sisur: "Sono un vecchio saggio e conosco il futuro perchè nel mondo da dove provengo è tutto già accaduto! I vestiti che indosso, così diversi dai tuoi, ne sono una prova!" Non sò con quale faccia tosta dissi tutto questo, ma era per una buona causa!

"Tilin, io conosco il tuo problema, è vecchio come il mondo, e ha un nome semplice: amore non corrisposto! Ma in questo caso, la sostanza è ben diversa! Forse non sai che anche Sisur si era innamorata di te e questo amore, che la stava coinvolgendo con tutti i sensi, le ha fatto paura! " Non ero sicuro che Tilin avesse compreso pienamente anche se una luce si accese nei suoi occhi quando pronunciai il nome di Sisur. Che tenerezza!

Continuai: "Si caro Tilin, Sisur ha avuto paura ma non per lei ma per te! Tu sai che lei è molto più vecchia di te e anche voi, gnomi, non siete immortali. Sai anche che se uno di voi dona il suo cuore, è per sempre! E cosa ne sarebbe stato di te dopo che Sisur avesse abbandonato questo mondo? Avresti potuto continuare a vivere, per due, trecento anni ancora senza di lei? Te lo sei mai chiesto? Forse tu no, ma lei sì.....Per notti e notti,nel silenzio di questo luogo fuori dal tempo, ha continuato a pensare a questo e alla fine, per il tuo bene, per l'amore che nutriva, ha sacrificato il sentimento che la stava legando a te e ha deciso di lasciarti libero...."
Mentre recitavo il soggetto che Sisur mi aveva suggerito, mi sono chiesto più volte: è pura invenzione? o Sisur si era veramente innamorata di Tilin e si era sacrificata per amore, quello con la "A" maiuscula? Le donne sono capaci di tutto questo!
Le mie parole devono aver fatto effetto sulla mente del giovane perchè, dopo avermi guardato intensamente, i suoi occhi brillarano nuovamente, come se la vita fosse ritornata in lui.

"Grazie" mi disse "ora ho capito! Ritornerò con mio padre a casa, nel mio villaggio, portando per sempre nel mio cuore il ricordo di questo luogo incantato e gli occhi di Sisur..."  Poi, in uno slancio di affetto incontrollabile mi abbracciò con forza, come solo i giovani sanno fare, ed io, già traballante, persi l'equilibrio e finii in acqua......

"Oh Dio, non so nuotare, annego !!!!"

A questo punto, sentii la voce di mia moglie che, scuotendomi delicatamente, mi diceva: "svegliati, Franco, stai solo sognando...."

 Ancora oggi, a distanza di mesi, mi chiedo ancora, ma è stato veramente un sogno?

Comunque stiano le cose, a volte non posso fare a meno di pensare a lei:

"Ciao, Sisur, ovunque tu sia .......mia dolce creatura, ti porterò sempre nel mio cuore!"










* Nota: La foresta di Komi

(ASMA) – Kirov, 1 Apr – Sensazionale scoperta nei boschi della foresta vergine di Komi, nell’omonima Repubblica della Federazione Russa.

Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa russa Notizija, due giovani residenti nella cittadina di Sytkyvkar, capitale della Repubblica, che si erano recati nella foresta di Komi per un’escursione, hanno dichiarato di avere incontrato alcuni umanoidi dell’altezza di circa 40-50 centimetri, vestiti con abiti medioevali e parlanti un’idioma simile al russo arcaico.

I misteriosi ometti si sono velocemente allontanati, ma i due coraggiosi escursionisti li hanno seguiti fino a una radura nascosta, dove hanno trovato un intero villaggio abitato da esseri simili a quelli incontrati precedentemente.

Gli ometti, che i due giovani escursionisti non hanno esitato a definire come “gnomi”, gli si sono avvicinati dimostrandosi amichevoli, hanno riferito che vivono da secoli separati dagli uomini, che però seguono tenendosi a debita distanza.  GLI gnomi hanno parlato anche di un terribile pericolo incombente sulla razza umana, dicendosi disponibili a rivelarlo solo al Premier russo Putin in persona oppure al Pope ortodosso di Mosca.

Le dichiarazioni dei due giovani sono state giudicate attendibili dal prof. Kratotkev, criptozoologo dell’università di Kirov, che ha ricordato come questa scoperta viene dopo i ritrovamenti di resti dell’homo floreniensis in Indonesia e dimostra che la specie di ominidi di cui parlano innumerevoli leggende nel mondo esiste veramente.  Secondo il prof.  Kratotkev il ripetersi di avvistamenti, come questo di Komi o quello famoso nella provincia di Salta, in Argentina, forse dimostra  che davvero i misteriosi ominidi, si tratti di gnomi, elfi o folletti, hanno un importante messaggio da trasmettere all’umanità.

L’ufficio stampa del premier russo non ha rilasciato dichiarazioni su un eventuale incontro con quelli che sono già stati ribattezzati gli gnomi di Komi, che peraltro hanno espressamente precisato di non essere invece interessati a un incontro con il Presidente Medvedev.



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