martedì 29 novembre 2011

Una mattinata kafkiana








Una storia surreale


Ci sono certe giornate che iniziano male e finiscono peggio, quella di oggi è stata una di queste!



Mi  alzo più presto del solito dal momento che ho un appuntamento con la mia psichiatra, la vado a trovare periodicamente perché mi piace farla sentire utile: con il mestiere che fa ha bisogno ogni tanto di qualcuno che le dia una mano! 



Faccio la mia solita colazione a base di semi di lino, semi di sesamo e di zucca, il tutto tritato insieme a semi di cereali crudi e poi frullato con mezzo





Crema Budwig



limone, una piccola banana , un cucchiaio di latte di riso e, siccome mi
voglio bene, aggiungo del tofu (mi capite perché ogni tanto mi capita di essere avvilito) e poi do una occhiata al computer di mia moglie, che è acceso e scopro di essere uno zombi (cosi mi ha definito nella bacheca del Funambolo): a questo punto vorrei tornare a letto, ma ho quell'appuntamento!

Guardo l'orologio e scopro di essere maledettamente in ritardo; mi lavo i denti (mister parki ci mette del suo e mi ostacola più del solito) e dopo essermi sciacquato la faccia come un gatto, mi vesto e di corsa ( si fa per dire) raggiungo l'ospedale.

 Ho l'appuntamento alle 10,30 e alle 10,32 sono già nella sala d'aspetto della mia amata dottoressa. Mi sento tremendamente in colpa per essere arrivato in ritardo! I sensi di colpa mi hanno accompagnato da sempre, o meglio dalla più tenera età, e negli anni sono aumentati in misura esponenziale: mi sento come il personaggio di quella storia del mandarino cinese, infatti ogni volta che mi capita di premere un campanello sono sicuro che in cina qualcuno muore!

Ed è per questo motivo che nella mia borsa da passeggio di cotone ecologico porto sempre un cilicio e una capiente  busta con della cenere da spargere sulla mia testa  alla occorenza, non si può mai sapere...






Riprendo la storia: attendo con pazienza nella sala d'attesa e a mezzogiorno comincio ad avere qualche dubbio, ho ritardato di 2 minuti e la mia dottoressa non mi ha aspettato! si, mi dico, deve essere andata proprio così. Ma poi penso "forse stara visitando qualche altro paziente" e decido di bussare alla porta dello studio, nessuna risposta! cerco di aprire la porta: è chiusa a chiave!



E' colpa mia mi dico, sono arrivato in ritardo! Allora sento il bisogno di scusarmi e così decido di chiamare la segreteria del progetto "Lampadina", si, è questo è il nome che la regione L.........ha dato a questa iniziativa di indagine cognitiva intorno e dentro il nostro cervello. Dopo un po che il telefono squilla, una voce registrata mi informa  che la segreteria è aperta il martedì se cade di giorno dispari, il mercoledì se di giorno pari e gli altri giorni, escluso il lunedì, fino al venerdì, se la segretaria ha voglia di rispondere! 



A questo punto una persona normale se ne sarebbe tornata a casa, ma io no!

 Giro tutto l'ospedale per trovare il padiglione psichiatrico (il progetto "Lampadina" ha sede presso un distaccamento) nella speranza di trovare qualcuno della segreteria per giustificarmi del mio ritardo e se è il caso, di fustigarmi con il mio cilicio!



Finalmente raggiungo il padiglione del psichiatrico, una struttura tubolare, moderna ma un po paranoica (d'altronde!), mi precipito a piano terreno e naturalmente la segreteria del laboratorio "Lampadina" è chiusa; salgo le scale di corsa (gli ascensori sono tutti chiusi a chiave) e finalmente, all'ultimo piano trovo due infermiere, e siccome sono un insicuro cronico, chiedo: "questo è il pianeta terra e oggi è il 28.11.2011?" Una delle due infermiere mi guarda e sorride: "Si, aveva bisogno?" Ed io comincio a raccontare la storia  dell'appuntamento, dei due minuti di ritardo, della segreteria trovata chiusa e in preda ad una forma di parossismo sempre più crescente, per paura di non essere creduto, cerco il biglietto con la prenotazione ma non lo trovo (la mia borsa ecologica è come quella delle donne,nasconde tutto) e allora rovescio su una panca della saletta tutto il contenuto della borsa: un cilicio, una raccolta di immaginette di santi, una raccolta di figurine di donnine nude, un libretto di aforismi zen, un sacchetto di cenere che si rovescia sul pavimento e il Libro Tibetano dei Morti! Della prenotazione nessuna traccia!




 Noto un sorrisetto nello sguardo delle due infermiere, poi una si allontana e dopo un po arrivano due energumeni vestiti di bianco che con perizia professionale mi sollevano e mi portano in una sala con al centro un lettino. Io non capisco, cerco di spiegare loro l'accaduto e loro con modi energici mi dicono "va tutto bene, sei in buone mani" e nel frattempo, visto il mio stato di agitazione crescente, mi legano al lettino con delle robuste cinghie! e poi, vanno via.

 Passa qualche ora e finalmente entra un altro infermiere: ma questo lo conosco è Robby, il mio tutor del progetto "Lampadina" che mi dice: "ciao Franco, ti trovo bene! ma che ci fai qui? non sei pericoloso!"

 Io gli spiego i fatti dall'inizio e allora mi libera dai legacci e poi si offre di aiutarmi. Io gli dico soltanto che vorrei scusarmi con la dottoressa per il mio ritardo e Robby mi tranquillizza: "Calmati Franco, adesso cerco io la dottoressa e glielo spiego" Prende il telefonino, fa diversi numeri, parla con qualcuno e poi mi dice: "Oggi la dottoressa si è sentita male e non è venuta al lavoro, ma siccome la segreteria  è chiusa il lunedì, non ha potuto annullare gli appuntamenti. Se vuoi puoi tornare a casa o se preferisci restare qui, c'è ancora qualche stanza libera!" Robby è un ragazzo affettuoso, lo ringrazio: "No grazie, preferisco tornare a casa. Sarà per un'altra volta."



Ritorno a casa alle quattro del pomeriggio e mia moglie incazzata mi dice: "Potevi anche avvisarmi che non saresti venuto a pranzo!"

 Io la guardo e balbetto: " Ma ero in ritardo di soli due minuti!"


1 commento:

  1. RILASSATI...UN GIORNO ...FARANNO A MENO DI TE....DI ME ...DI NOI ...DI VOI ...E SOPRATUTTO DI ESSI...

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