domenica 16 giugno 2013

da CUORE DI TENEBRA di Joseph Conrad

da CUORE DI TENEBRA di Joseph Conrad

Una sera, entrando da lui con una candela accesa, trasalii nel sentirgli dire con voce un po' tremolante: "Giaccio qui nella tenebra aspettando la morte." La luce era a due passi dai suoi occhi. Feci uno sforzo per mormorargli: "Non dica sciocchezze!", e rimasi curvo sopra di lui come inchiodato.
Non avevo mai visto, e spero di non rivederlo mai, niente di paragonabile al cambiamento che si era operato sui suoi lineamenti. Oh, non ero impietosito. Ero affascinato. Era come se fosse stato strappato un velo. Su quel volto d'avorio vidi l'espressione di un torvo orgoglio, di un potere spietato, di un terrore codardo, e anche di una disperazione immensa e senza rimedio. Stava rivivendo la sua vita in ogni particolare dei suoi desideri, le tentazioni, le capitolazioni, in quel supremo momento di conoscenza completa? Due volte, con voce bassa, lanciò verso non so quale immagine, quale visione, un grido che non era che un soffio:
"Che orrore! Che orrore!"

(f.g)

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