“Ieri sera ho pianto. Ho pianto perché il processo grazie al quale sono divenuta donna è stato doloroso.
Ho pianto perché non sono più una bambina, con la fede cieca di una bambina.
Ho pianto perché i miei occhi sono aperti sulla realtà: sull’egoismo di Henry, sulla smania di potere di June, sulla mia creatività insaziabile che deve sempre occuparsi degli altri e non sa bastare a se stessa.
Ho pianto perché non posso più credere e io amo credere. Posso anche amare senza credere. Questo significa che amo umanamente.
Ho pianto perché ho perso il mio dolore e non sono ancora abituata alla sua assenza.
Ho pianto perché d’ora in avanti piangerò meno.”
(f.g)
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