domenica 13 aprile 2014

Mariangela Gualtieri da CAINO

Mariangela Gualtieri da CAINO

IL BUIO ERA ME STESSO

CORO

Sgozza. Che ci vuole a sgozzare un agnello.
Lui sgozza lui sgozza.
Che ci vuole a sgozzare. Ci vuol niente ci vuole.
Ma fai crescere il grano piuttosto. E poi vedi.
Ma fai crescere un frutto. Quello sí che è fatica.
Che ci vuole a guastare un agnello. Ci vuol niente ci vuole.
A guastare. Un agnello. Poi la pecora te lo rifà nuovo.
Ma fai crescere il grano. Ma fai crescere tu qualche cosa.
Prova tu a strapparlo alla terra. Quello sí che è fatica.
E la testa ci vuole.
Esperienza. E l’intelligenza. Ragionare pensare osservare.
Quello sí. No sgozzare e sgozzare. Tutto lordo di sangue.
E la pecora piange. Bela tutta la notte. Per tre notti
la pecora piange.
Che ci vuole a versare del sangue.
A guastare ci vuol niente ci vuole. A versare a guastare.

_____ Un'opera teatrale di Mariangela Gualtieri che ci fa sentire vicino a noi la figura di Caino, nell'introduzione la Gualtieri scrive:

“Colpisce che sia proprio un fratricida a costruire la prima città, un fuggiasco, uno senza Dei. Forse chi ha scritto Genesi avvertiva la minaccia dell’essere attivi e ragionanti e desideranti. La minaccia dell’intelligenza. Ma anche la forza di questa energia che ci caratterizza: non è una degenerazione, è un’energia in dotazione. Noi siamo fatti così, con dentro questa spinta incontenibile all’azione, con dentro questa tempesta. Ci somiglia talmente Caino: quasi mi è parso che prima di noi fosse impossibile comprenderlo per intero. Noi siamo soli quanto lui, distruggiamo la vita fuori e dentro di noi, siamo ormai senza un’idea di prossimo, e siamo anche attivi quanto lui, lontani da qualunque tema celeste, tutti votati alla terrestreità.”

E ancora:

«Io sono Caino. Non sono un antenato
non abito un passato favoloso
non sono la pagina di un libro
io non sono il reietto
il primo mal riuscito che s’accantona e si perde
una manovra sbagliata della creazione
io non sono una patologia malata.
Non sono la favola stantia
di due fratelli nello scenario vuoto
del principio. Io vivo adesso
dentro ogni umano».

(f.g)

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