lunedì 16 giugno 2014

MASSIMO GRAMELLINI da L'ultima riga delle favole

MASSIMO GRAMELLINI da L'ultima riga delle favole

[...] Lo ricondusse nel chiostro, invitandolo a stendersi su un lettino.
«Vuole dirmi con parole sensate in quale incubo mi trovo?» ansimò Tomàs.
«Alle Terme dell’Anima, signore.»
«Sono morto, dunque?»
«A me non risulta. Lei è ricoverato qui per ricominciare a vivere.»
«Che razza di imbroglio è questo?»
«Un universo parallelo. Una delle tante possibilità.»
La Vestale Nera gli appoggiò le mani sopra la testa e Tomàs venne investito da una sensazione piacevole di calore. Avvertì una voce crescere dentro di sé. Non s’imponeva per l’intensità del volume, ma per la forza con cui scandiva le parole.
«Immagina. Sì, immagina che la manifestazione della vita nell’universo sia come la radio della tua automobile: un insieme di frequenze. I cinque sensi ti sintonizzano soltanto su una stazione, per cui sei portato a pensare che le altre non esistano e che la tua sia l’unica possibile. Ogni tanto qualcuno sconfina in quelle accanto, ma capta il segnale in maniera disturbata e lo chiamano matto. Però anche la persona più diffidente riesce a mettersi in collegamento con tutte le stazioni, almeno una volta nella vita.»
«Succede quando è completamente invasa dall’amore», aggiunse Stella Maris.
Tomàs si rizzò a sedere sul lettino.
«L’amore! Io conosco soltanto le emozioni e le passioni, disturbi passeggeri. L’amore non esiste, come non esiste questo posto.»
Nel silenzio del suo cuore echeggiò di nuovo la Voce Che Parlava Dentro.
«Hai smesso di credere. Sì, hai smesso di credere a quello che non riesci più a vedere. Ma la realtà non si percepisce solo con i sensi e con la mente.»
Tomàs si ribellò a una simile assurdità. Esclusi i sensi e la mente, cos’altro rimaneva?
«L’intuizione», rispose Stella Maris. «Chi crede soltanto a ciò che vede, vede una vita ingiusta e cattiva.»
«Da morir dal ridere, se non fossi già morto. E come mai questo grande segreto non mi è stato rivelato prima?»
«La verità va spogliata un poco alla volta, dal momento che l’uomo ha la pessima abitudine di sporcare ciò che stenta a capire.»
«Infatti continuo a non capire perché sono qui.»
«Lo ha chiesto lei, signore. Dagli abissi del mare ha mandato un messaggio d’amore su questa frequenza.»
Tomàs ricordava soltanto di aver pensato ad Arianna.
«Noi accogliamo coloro che scappano dalla vita, ma covano un desiderio non realizzato in fondo al cuore», continuò la Vestale Nera. «Un uomo arreso non è ancora un uomo perduto. A salvarlo sarà sempre il suo pensiero più ardito.»
«Mai avuto pensieri del genere, signorina.»
Stella Maris controllò il registro.
«Veramente qui ne risulta uno. L’anima gemella.»
«Sta scherzando, vero?»
«Come ha detto?»
«Ho detto che non ho niente di interessante da dirle.»
«Ne è proprio sicuro?»
Tomàs abbassò le palpebre e fece finta di assopirsi. Era una delle sue specialità. Fin da bambino aveva imparato a indossare la maschera dell’addormentato per scappare dalle situazioni che lo mettevano a disagio. Si girò su un fianco e incominciò a pensare.
[...]

(f.g)

Nota: la foto è stata adattata

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