domenica 27 luglio 2014

Gianluca Magi IL DITO E LA LUNA - Unità dietro la diversità

uva-2

Cinque pellegrini di diversi paesi orientali s'incontrarono lungo la strada che conduceva alla Mecca. Nonostante parlassero lingue diverse, in qualche modo, si accordarono per proseguire il cammino insieme. Dopo qualche giorno di cammino trovarono per terra una moneta. Poiché erano tutti affamati decisero di comprarsi qualcosa da mangiare.
«Che fortuna!», esclamò il persiano. «Così potremo comprare dell'angur!».
«Macché angur!», ribatté l'arabo. «Per sfamarci è meglio dell'inab!».
«No! No!», protestò il mongolo. «Né angur né inab, io voglio dello shvakh!».
«Ma insomma! Il caldo vi ha dato alla testa?», disse incollerito il turco. «Che cosa c'è di meglio dell'uzum?».
«Prendiamo dello stafili, che è anche semplice da dividerci in parti uguali!», ribatté il greco.
Si misero così tutti a manifestare il proprio scontento, finché non ne nacque una discussione molto animata. In quel mentre passava di lì un Sufi al quale si rivolsero. Dopo avergli spiegato l'origine del diverbio, quegli disse ai cinque pellegrini:
«Ho capito qual è il vostro problema. Seguitemi, risolverò il vostro problema in modo tale da accontentare tutti voi».
Giunsero così da un fruttivendolo. Il Sufi entrò e con la moneta comprò dell'uva.
Tutti e cinque i pellegrini furono molto felici e ringraziarono il Sufi. Infatti volevano tutti lo stesso alimento, ma il disaccordo tra loro era nato perché ognuno lo chiamava diversamente, senza comprendere la lingua degli altri.

 

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