E a quella ragazza che non ho conosciuto
e alla donna che mi dona se stessa
dedico il sapore di questi poveri versi.
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E' amore questo? di Franco Guglielmino
Il tuo pube racchiude in se
il rimpianto d'un amore
che nato troppo tardi si perde
in mille rivoli.
Quando dopo il bagno
in quelle acque speziate
della tua giovinezza
uscivi nuda dall'acqua
mal coprendo la tua vulva
con la mano
che avevi ancora bagnata,
non d'acqua profumata ma
di quegli umori che il piacere
t'aveva donato e ti soffermavi
a stringere fra le gambe
l'accappatoio di seta
per prolungare il piacere,
forse pensavi a quel ragazzo
che ti desiderava e ti prendeva
con gli occhi.
Io non c'ero allora
ma adesso lasciami posare
la mia mano dove il tuo corpo
diventa ninnoli di viole
e gemiti di gelsomino.
Le nostre bocche unite
che si sciolgono per
percorrere strade diverse:
la mia lingua a cercare
il tuo fiore più nascosto per
formare due radici di nero fumo
e la tua lingua pronta ad
assaporare il mio pistillo
fino a ad estrarre ogni goccia
di rugiada nascosta.
E ancora ti cercherò
e tu mi cercherai
e quando sentirai
il vuoto nel tuo ventre
lo colmerò con i miei baci
rinnovati da nuovo ardore:
e sarò io stesso
scorza e miele,
figlio e amante.
E' amore questo?
E' il ricordo di altri
momenti già vissuti
ma mai goduti realmente?
Ma se non è amore
di certo è qualcosa
che davvero gli somiglia.
Ph.: di David Hamilton
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