lunedì 23 marzo 2015

FRANCESCO PICCOLO - Momenti di trascurabile felicità - Einaudi

FRANCESCO PICCOLO - Momenti di trascurabile felicità - Einaudi


piccolo

Tratti dal libro (che consiglio) alcuni "momenti di trascurabile felicità".


Entro in un negozio di scarpe, perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina. Le indico alla commessa, dico il mio numero, 46. Lei torna e dice: mi dispiace, non abbiamo il suo numero.
Poi aggiunge sempre: abbiamo il 41.
E mi guarda, in silenzio, perché vuole una risposta.
E io, una volta sola, vorrei dire: e va bene, mi dia il 41.

Il rumore delle stoviglie quando i baristi le scaraventano senza cura nel lavabo.

I gesti automatici e rapidi dei farmacisti quando impacchettano le medicine.

E anche quando mi sveglio in un posto che non è casa mia, quell’attimo in cui non capisco ancora dove sono. E anche quando poi lo capisco.

Ti ricordi dei suoi baci. Di questo ti ricordi quando l’estate è finita, e per tutto l’inverno. Una sera, tanto tempo dopo, la incontri a una festa. Vi dite ciao e vi abbracciate come due che non capiscono come sia possibile che non si vedano piú. Lei poi riceve un sms e risponde. Pensi che dovrebbe essere giunto il tuo momento. Dovresti guardarla negli occhi e dirle: noi ci siamo baciati una volta, è vero? Capisci che non puoi farlo. Che vorresti proprio farlo, ma non puoi. E pensi che non vedi l’ora che arrivi quella sera in cui lo farai. Ma non sarà tanto presto. Non credi proprio.

Nei corridoi del supermercato, studio sempre i carrelli delle persone, e immagino le loro colazioni, le loro cene, certe somiglianze con il mio modo di vivere. Ce ne sono alcune che fanno una spesa che farei esattamente cosí anch’io, una spesa che sottoscriverei.

La soddisfazione di infilare il braccio in fondo al frigorifero del bar o del supermercato e tirare fuori la bottiglia di latte con la scadenza piú lontana, che qualcuno ha volontariamente coperto per farmi comprare la bottiglia con la scadenza piú vicina.

Tutte le persone che non sono belle, o che sono brutte, poi quando le conosci diventano piú belle, sempre.

(f.g) *

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