lunedì 16 marzo 2015

Pierre Louÿs, un poeta che non finisce mai di stupirmi!

Pierre Louÿs, un poeta che non finisce mai di stupirmi!
Chi segue la nostra pagina sa che questo autore, nato in Belgio il 10 dicembre 1870, fu l'autore delle Canzoni di Bilitis (1894) che pubblicò sotto falso nome. Ne attribui la paternità ad una poetessa greca inesistente, Bilitis, contemporanea di Saffo.
Recentemente leggendo un blog pubblicato da FRANCESCO MARIA COLOMBO ho appreso che
"Molti anni dopo la pubblicazione delle liriche di Bilitis, Pierre Louÿs compose un album segreto della stessa Bilitis, le Chansons secreètes, di contenuto più esplicito."
Di quest'opera sembra che non esista nessuna traduzione in italiano.
Cito ancora Colombo:
" Si tratta di poemetti in prosa nei quali ritmo e metro rigorosi sono celati sotto un’apparenza di fluidità narrativa. La prima parte si intitola Bucoliques en Pamphilie."
Il testo francese e la relativa traduzione che riporto potete trovarli sul blog http://francescomariacolombophoto.com/bilitis-i/

I.

Je me suis baignée seule dans la riviére de la forét. Sans doute je faisais peur aux naïades car je les devinais à peine et de trés loin, sous l’eau obscure.

Je les ai appelées. Pour leur ressembler tout à fait, j’ai tressé derriére ma nuque des iris noirs comme mes cheveux, avec des grappes de giroflées jaunes.

D’un neénuphar planté en moi je me suis fait une vulve fleurie, et pour la voir je soulevais mes seins en penchent mollement la téte.

Et j’appelais: “Naïades ! Naïades ! jouez avec moi, soyez bonnes”. Mais les naïades sont transparentes, et peut-étre, sans le savoir, j’ai caressé leurs bras légers.





I.

Sola mi sono bagnata nel fiume
del bosco. Nell’acqua oscura ho turbate
le Naiadi remote: le scorgevo
colà, visibili a stento.

Le chiamai. Per farmi simile a loro
ho intrecciato sulla nuca degli iris
neri come ho i capelli, con dei gialli
grappoli di violaciocche.

Di una ninfea che mi sono ficcata
ho infiorata la vulva: e per guardarla
di sopra i seni rialzati inclinavo
molle il capo ricadente.

E chiamavo: “Naiadi, con me al gioco!
Naiadi, siate buone!” Ma son quelle
diafane, forse è senza saperlo che
ne sfiorai le braccia lievi.

© FRANCESCO MARIA COLOMBO

ART.: Gioacchino Pagliei (1852-1896)

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