mercoledì 18 giugno 2014

Arrivederci (a Marienhof) di SERGEJ ALEKSANDROVIČ ESENIN

Arrivederci (a Marienhof) di SERGEJ ALEKSANDROVIČ ESENIN

Arrivederci, amico mio, arrivederci.

Mio caro, sei nel mio cuore.
Questa partenza predestinata
Promette che ci incontreremo ancora.

Arrivederci, amico mio, senza mano, senza parola
Nessun dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli.

In questa vita, morire non è una novità,
ma, di certo, non lo è nemmeno vivere.

La notte del 27 dicembre 1925, in un albergo di San Pietroburgo, il poeta russo Sergei Esenin (o Sergej Yesenin, 1895-1925, pronuncia: Serghiéi Iéssenin) si tagliava le vene e col sangue appena sgorgato scriveva la sua ultima composizione.
È una poesia d'amore e d'addio per il poeta Anatoli Marienhof (o Anatolij Mariengof), che era stato suo amante (e per un certo tempo anche convivente) negli ultimi quattro anni della sua vita.

Quelle righe, l'"Addio a Marienhof", sono spesso citate da chi parla di Esenin, ma sempre nascondendo il fatto che sono l'estremo saluto all'uomo amato.

(f.g)

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