lunedì 23 giugno 2014

DAVIDE RAFFALDI

Sono passati 155 anni dalla battaglia di Solferino,
le guerre non sono mai giuste, nel concetto di libertà e di patria ci si
votava a combattere guerre e battaglie, a volte non vi era scelta, l'esistenza umana nei secoli è stata spesso vittima ed artefice di lotte, guerre e contrasti.
Cosa animava i pensieri di questi combattenti?
Vi sono lettere custodite nei musei, una grafia essenziale di un linguaggio perfetto, forse più di quanto saprebbero scrivere ai nostri giorni,
molti volevano e desideravano una cosa soltanto:
- Vivere, tornare a casa, che la guerra finisse presto -
Di tutte le cose che colpiscono sono i sentimenti che univano questi coraggiosi, un tempo la patria era un concetto che si difendeva con la vita!

Oggi di quella patria cosa mai sarà rimasto?

Si combattono altre battaglie, più infide, silenziose,
le guerre economiche sono qualcosa che non annienta all'istante ma
colpisce comunque e logora,
di questo gli uomini sono vittime, carnefici e colpevoli quanto
di tutte le guerre, specie quelle che si combattono per il potere!

Armare un cannone e puntare per far fuoco e
togliere sogni e speranze è qualcosa di disumano e
meschino
e l'uomo ne è maestro nel tempo...disimpara le lezioni e
non vi è differenza,

cambiano le modalità ma non gli effetti...
la causa porta ritorno
ogni gesto crea un'onda
ridondante nello scorrere di tutte le cose
ogni azione porta a reazione
ed effetto non solo su chi lo compie ma anche su tutti coloro che
verranno dopo, le generazioni future, eredità umane che non si dimenticano, anche nell'oblio
rimane traccia.....

e quando si parla di patria va ricordata anche per quanto ella è costata.

(d.r.)

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