mercoledì 12 giugno 2013

Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto di Paulo Coelho

da "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta
e ho pianto" di Paulo Coelho

(l'incontro con Brida)

"So che apparteniamo alla stessa tradizione," mi ha detto. "Io mi chiamo Brida."
"Non so di che cosa tu stia parlando," le ho risposto. "Lo sai benissimo," ha replicato, ridendo.
Mi ha preso sottobraccio e siamo uscite insieme, prima che avessi il tempo di chiarire. La serata non era molto fredda, e io non sapevo che cosa fare fino al mattino seguente. "Dove andiamo?" le ho domandato.
"Alla statua della Dea," mi ha risposto.
"Mi serve un albergo economico dove passare la notte." "Poi te lo indico."
Avrei preferito sedermi in un bar, chiacchierare ancora, sapere il più possibile su di lui. Ma non volevo discutere: mi sono lasciata guidare lungo il Paseo de Castellana, mentre rivedevo Madrid dopo tanti anni.
In mezzo al viale, lei si è fermata e ha indicato il cielo. "Lei è là," ha detto.
La luna piena brillava fra i rami spogli. "E bella," ho commentato.
Ma lei non mi ascoltava. Ha aperto le braccia a croce, ha rivolto all'insù i palmi delle mani, ed è rimasta lì a contemplare la luna.
'Dove sono andata a cacciarmi,' ho pensato. 'Sono venuta per assistere a una conferenza e sono finita nel Paseo de Castellana con questa matta. Domani parto per Bilbao.' "Oh, specchio della dea Terra," ha cominciato a dire la giovane, tenendo gli occhi chiusi. "Insegnaci il nostro potere, fa' che gli uomini ci comprendano. Nascendo, brillando morendo e resuscitando nel cielo, ci hai mostrato il ciclo del seme e del frutto."
La giovane ha teso le braccia verso il cielo, restando a lungo in questa posizione. I passanti guardavano e ridevano, ma lei non se ne rendeva neppure conto. Io, invece, mi vergognavo da morire solo a starle accanto.
"Avevo bisogno di farlo," ha detto alla fine, dopo un prolungato inchino alla luna. "Perché la Dea ci protegga." "Ma insomma, di che cosa stai parlando?"
"Della stessa cosa di cui ha parlato il tuo amico, ma con parole vere."
A quel punto, mi sono pentita di non aver prestato attenzione alla conferenza. Adesso mi risultava impossibile sapere che cosa avesse detto.
"Noi conosciamo il volto femminile di Dio," ha spiegato la giovane quando abbiamo ripreso a camminare. "Noi donne che comprendiamo e amiamo la Grande Madre. Abbiamo pagato la nostra sapienza con le persecuzioni e i roghi, ma siamo sopravvissute. E adesso comprendiamo i suoi misteri."
I roghi. Le streghe.
Ho guardato più attentamente la donna al mio fianco. Era bella; i capelli rossi le arrivavano fino a metà schiena. "Mentre gli uomini si allontanavano per cacciare, noi rimanevamo nelle caverne, nel ventre della Madre, occupandoci dei figli," ha proseguito. "E lì che la Grande Madre ci ha insegnato tutto. L'uomo viveva in movimento, mentre noi restavamo nel ventre della Madre. Questo ci ha fatto capire che i semi si trasformano in piante; abbiamo rivelato quest'arcano ai nostri uomini. Abbiamo cotto il primo pane per nutrirli. Abbiamo modellato il primo vaso perché bevessero. Poi siamo riuscite a comprendere il ciclo della creazione, perché il nostro corpo seguiva il ritmo della luna." All'improvviso, si è fermata. "Eccola là."
Ho guardato. In mezzo a una piazza invasa dal traffico, c'era una fontana. Al centro della fontana, una scultura raffigurava una donna sopra un carro trainato da leoni.

(f.g)

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