da REATO DI VITA di Alda Merini
Pare che mentre gli uomini morivano in battaglia per le sante crociate,
le donne fossero messe a gemere e urlare con una orrenda cintura di
castità a causa delle quali spesso morivano di tetano.
Guerra santa è
anche avere fatto dei genitali della donna un organo di supplizio
invece che di piacere. La non libertà della donna sul proprio organo
vitale è cosa orribile. Le viene
sottratto come non facente parte della costituzione femminile e viene
dissacrato, separato dalla prima causa della creazione, da quella che
comunemente si chiama ispirazione.
Il marchio manicomiale della
donna sono proprio i suoi genitali. Ogni donna è stata nel suo
manicomio. Ogni donna, benché si coprisse, ha dovuto sottostare alle
voglie del maschio dopo la battaglia. Le donne madri sono pure come le
vergini e non vogliono che i figli sappiano in che modo sono state amate
al momento del loro concepimento e ogni donna viola se stessa quando
paga di persona questa grande vergogna. Organi che diventano orinatoi di
peccati insoluti e che sono stati chiamati soltanto al piacere. Ma
questi organi sono ancora anima come le nostre mani, la nostra lingua, i
nostri capelli. La donna è una chiarità ulteriore, una di quelle
molecole così diffuse che diventano aria, sapienza, destino. Se l'uomo
le calpesta e le ingiuria è perché non vuole riconoscerne la sacralità.
Se l'uomo le disorienta è perché sa che conducono al paradiso. E l'uomo
preferisce l'inferno, il lavoro, il godimento.
La donna viene umiliata nelle carezze col denaro. Viene umiliata ogni volta che ride ed è felice di se stessa.
Quando riesce a prendere i propri triboli e a farne una corona di luce, quando riesce a cantare se stessa, diventa poeta.
Questa lettera scarlatta, questa A che ogni donna porta appuntata sul petto può significare adulterio, attesa, ape, amore.
Solitudine. Se la donna raggiunge la propria solitudine, se riesce a
toccarla con mani di filigrana, è salva. Il più grande dono che possa
ricevere una donna è il miracolo della sua mente, della sua grande
follia, della sua verginità.
C'è anche chi ci ingiuria, ci fa
aspettare, chi non paga, chi non nutre il nostro povero corpo, chi con
la magia nera attossica i nostri sguardi; c'è anche, amor mio che io non
conosco, chi ci strappa la lingua dalle nostre stesse mani.
Chi
dice che la verità della donna è limitata, che non se ne deve tenere
conto? Invece la donna è piena di profezie, nelle sue mani c'è il
destino del mondo.
(f.g)
Nessun commento:
Posta un commento