mercoledì 14 agosto 2013

da REATO DI VITA di Alda Merini


da REATO DI VITA di Alda Merini

 
 
 
Pare che mentre gli uomini morivano in battaglia per le sante crociate, le donne fossero messe a gemere e urlare con una orrenda cintura di castità a causa delle quali spesso morivano di tetano.

Guerra santa è anche avere fatto dei genitali della donna un organo di supplizio invece che di piacere. La non libertà della donna sul proprio organo vitale è cosa orribile. Le viene sottratto come non facente parte della costituzione femminile e viene dissacrato, separato dalla prima causa della creazione, da quella che comunemente si chiama ispirazione.

Il marchio manicomiale della donna sono proprio i suoi genitali. Ogni donna è stata nel suo manicomio. Ogni donna, benché si coprisse, ha dovuto sottostare alle voglie del maschio dopo la battaglia. Le donne madri sono pure come le vergini e non vogliono che i figli sappiano in che modo sono state amate al momento del loro concepimento e ogni donna viola se stessa quando paga di persona questa grande vergogna. Organi che diventano orinatoi di peccati insoluti e che sono stati chiamati soltanto al piacere. Ma questi organi sono ancora anima come le nostre mani, la nostra lingua, i nostri capelli. La donna è una chiarità ulteriore, una di quelle molecole così diffuse che diventano aria, sapienza, destino. Se l'uomo le calpesta e le ingiuria è perché non vuole riconoscerne la sacralità. Se l'uomo le disorienta è perché sa che conducono al paradiso. E l'uomo preferisce l'inferno, il lavoro, il godimento.

La donna viene umiliata nelle carezze col denaro. Viene umiliata ogni volta che ride ed è felice di se stessa.

Quando riesce a prendere i propri triboli e a farne una corona di luce, quando riesce a cantare se stessa, diventa poeta.

Questa lettera scarlatta, questa A che ogni donna porta appuntata sul petto può significare adulterio, attesa, ape, amore.

Solitudine. Se la donna raggiunge la propria solitudine, se riesce a toccarla con mani di filigrana, è salva. Il più grande dono che possa ricevere una donna è il miracolo della sua mente, della sua grande follia, della sua verginità.

C'è anche chi ci ingiuria, ci fa aspettare, chi non paga, chi non nutre il nostro povero corpo, chi con la magia nera attossica i nostri sguardi; c'è anche, amor mio che io non conosco, chi ci strappa la lingua dalle nostre stesse mani.

Chi dice che la verità della donna è limitata, che non se ne deve tenere conto? Invece la donna è piena di profezie, nelle sue mani c'è il destino del mondo.


(f.g)

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