L'ULTIMA CENA di Maria do Rosário Pedreira
Portò le parole e le mise sulla tavola.
Le portò nelle mani chiuse (alcuni dissero
che nascondeva solo le ferite del silenzio).
Le posò sulla tavola e cominciò ad aprirle adagio,
adagio come il passare del tempo quando il tempo
non passa. E dopo le distribuì agli altri,
li moltiplicò in dita, in parole (qualcuno disse
che sarebbero arrivate a tutti, avrebbero oltrepassato i secoli e
avrebbero avuto la durata del tempo quando il tempo perdura).
Cenò insieme a tutti con il pane non lievitato e il vino aspro
delle magre viti del monte che i venti decimavano.
Quando si alzò, c'erano ancora parole sulla tavola,
cose da dire negli avanzi del pane che qualcuno aveva lasciato,
ferite profonde nelle mani che chiuse in silenzio e adagio.
Li vicino un fico fioriva. In attesa.
(f.g)
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare» Jack Kerouac
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