Sogno ciclamini crescere sul mio pube,
un'eleganza di piccoli petali, un'esuberanza di profumi.
Non un solo dubbio sul mio essere terra
vergine e fertile per connubi adamantini.
Ma una cantilena di vecchie abitudini si dimena
esausta e non sa dove andare. Aprite le porte
del diluvio ch'io possa detergere il sonno
dei cicloni. Mi mancano vere ragioni
da opporre all'invadenza del grigio. Quella cingallegra
è spaurita, mandatela via, primavera
non è mai sbarcata in questo letamaio.
(f.g)
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