tratto da IO SONO DI LEGNO di Giulia Carcasi
Mi chiamo Mia. Un nome prepotente, no?
L’ha voluto mia madre.
Io quando posso me lo cambio e mi sembra che le cose, senza quel nome, vadano meglio.
Io non vorrei essere Mia, vorrei essere di qualcuno, sapere di appartenergli e non muovermi da lì.
Mia è un nome solo.
Preferirei chiamarmi Tua.
Ma mia madre ha voluto così, ha voluto che fossi solo di me stessa. Forse la faceva stare tranquilla. Lei che non si fida di nessuno, lei che guarda con gli occhi da lupo, lei che è triste di una tristezza contagiosa.
Ho diciotto anni, diario.
(f.g)
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare» Jack Kerouac
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