sabato 24 maggio 2014

SYLVIA FALCÓN

SYLVIA FALCÓN

Paras phuyu orquta muyumun
yana ñawi sunquy maskamunki,
yana ñawi sunquy kuyasunki.
Paras phuyu pasarqa chillaway,
sunquy urpi mayupi suyawan,
sunquy urpi parallas uquchkan.
Kunan tuta purinichu
mayun mayun phawaymanta,
paras paras palomita
paras paras sumaq urpi.
Nube de la lluvia que vienes por las montañas...
Mi amor, mi corazón te busca,
Cariño mío, mi corazón te ama.
Nube de la lluvia, déjame pasar
Mi amado me espera junto al río
A mi amado lo está mojando la lluvia.
Esta noche no saldré a caminar
De río en río volaré
Palomita de la lluvia
Bella palomita de la lluvia.

Si tratta di una poesia andina, dedicata a Sumac Nusta (Bella Principessa), che parla del dio che ha creato tutto e che tramite la principessa (Sumac Nusta) manda la pioggia fertilizzante o la grandine distruttrice. Il fratello (torallay) sarebbe secondo i miti andini, il figlio di questo dio onnipotente. Per inciso la somiglianza di questa religione con la cristiana diede molto fastidio ai primi missionari e anche per questo si fece di tutto per cancellarla. Pochi preti, come il gesuita Blas Valera che era figlio di una principessa inca e di un comandante spagnolo (che poi abbandonò madre e figlio, che fu allevato dalla madre e il fratello del padre) era un meticcio che prese a cuore la causa degli indios e per questo fu prima incarcerato e poi esiliato in Spagna. (dal web)

(f.g)


da SYLVIA FALCÓN dedicata a Sumac Nusta

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