Ci sono superfici che devo solo sfiorare
come la pelle di certi esseri umani
improvvisati incompiuti;
scendendo troppo in profondità
rischio l'avvelenamento,
quello brutto
quello cattivo
non quello magnifico
(la pienezza di te).
Ho affondato la mano
così tante volte nei vermi
che non so più la distinzione
tra pulizia e lordura,
l'aria manca all'aria stessa.
Ho questo senso di putrefazione
di vacuo
che mi accoltella l'anima
e mi congela.
Io ti prego
(sono arrivata al limite)
amore che mi giri intorno
guardami
e poi estraimi.
Art: Woicech Paliwoda.
(f.g)

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