Da un articolo di AMBRA LAURENZI (sito filidaquilone.it)
“Le immagini sono la mediazione tra il mondo e l’uomo......Dovrebbero essere mappe e diventano schermi: anziché rappresentare il mondo, lo alterano, fino a che l’uomo si mette a vivere in funzione delle immagini da lui create. Egli smette di decifrare le immagini e le proietta invece, indecifrate, nel mondo “là fuori”, “il mondo stesso diventa così ai suoi occhi un’immagine – un contesto di scene, di stati di cose.” (Vilém Flusser, Per una filosofia della fotografia, Bruno Mondadori 2006)
Le immagini fotografiche sono necessarie per orientarci nel tempo e nello spazio, ad esse consegniamo la memoria privata e collettiva, e molte scelte del quotidiano e della vita: l’acquisto di un oggetto, la casa, la vacanza, la conoscenza, a volte anche gli incontri. Guardiamo la superficie piana di una fotografia o lo schermo piatto di un computer e mettiamo in relazione il contenuto dell’immagine con l’emozione e il desiderio che produce, fattori questi spesso estranei all’oggetto rappresentato, ma derivati dalle nostre proiezioni evocate. È l’inevitabile processo della percezione visiva, ma a causa di ciò, inconsapevolmente, ci muoviamo nel mondo guidati da una visione illusoria della realtà. [...]
Ph. Andrea Kowch
(f.g)
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare» Jack Kerouac
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