mercoledì 23 gennaio 2019

RIMINI, RIMINI di Franco Guglielmino

RIMINI, RIMINI



L'aveva conosciuta su Facebook e dopo uno scambio virtuale, non proprio
virtuoso, avevano deciso che si sarebbero conosciuti in carne ed ossa (da
qualche foto si evinceva che la carne superava di molto le ossa). Ma quando si 
hanno poco più di vent'anni anche la carne è profumata.
Loriana ed Alfredo si diedero appuntamento a Rimini. Lui faceva il
rappresentante farmaceutico e a Rimini aveva dei clienti, lei abitava in un
paesetto vicino.


"Ciao Loriana, sarò a Rimini il giorno tal dei tali, arrivo col treno delle 11.30 e
come d'accordo mi fermerò una notte. Il giorno dopo ho un appuntamento di
lavoro. Prenota una matrimoniale in un albergo a tua scelta, ma che sia un
buon albergo, mi raccomando".
Lapidaria, lei: "Non ti preoccupare, farò aggiungere anche un lettino".
Poi chiuse il telefono, senza dare il tempo ad Alfredo di chiedere a cosa
servisse il lettino singolo. Ma conoscendola, Alfredo non diede peso alla cosa
e arrivò, così, il giorno della partenza.
Alle 11.35 scese dal treno e trovò ad aspettarlo Loriana insieme ad un'altra
ragazza. Si abbracciarono e dopo i bla... bla di rito e senza perdere tempo:
"Ti presento la mia compagna, si chiama Elisa, e starà con noi. La mia mamma
ha paura dei lupi cattivi e non mi lascia uscire da sola" e poi aggiunse "ti
avevo detto che sono bisex... ah, no? Adesso lo sai".
Alfredo, ammutolito, ma sapendo che Loriana era un po' particolare, non si
fece nessuna domanda ma, finalmente, gli fu chiaro a chi servisse il lettino
singolo.
Considerata l'ora, il trio si fermò a mangiare in un buon ristorante,
prosciugarono (in particolare le due fanciulle) la riserva di birra scura e dopo
aver pagato il conto, con un taxi raggiunsero l'albergo.
La stanza era accogliente e, naturalmente, oltre alla matrimoniale c'era il
letto singolo. A questo punto Alfredo non si chiese più niente deciso com'era
ad accettare qualsiasi cosa.
Dopo una rapida doccia, Loriana, col solo accappatoio, si sdraiò sul letto
grande e rivolta ad Elisa: "Dopo la doccia ti aspetto, ma fai in fretta, non
vorrei che la birra mi facesse dormire".
Si comportavano come se Alfredo non esistesse.
Dopo meno di 10 minuti, Elisa, completamente nuda, ancora bagnata, uscì dal
bagno e avvicinatasi al letto, con delicatezza aiutò la sua compagna a liberarsi
dell'accappatoio e dopo averle allargato le cosce cominciò a leccarla.
Con perizia e dedizione, ispezionò con la lingua ogni cm. della pelle di Loriana
e dopo questa operazione svolta con notevole bravura, diedero prova di
sapere dove volevano arrivare. Mescolarono in tutti i modi il 6 e il 9, fino ad
arrivare ad una perfetta sintonia. L'ignaro spettatore non riuscì a contare il
numero esatto degli orgasmi ma si rassegnò ad assistere allo spettacolo che
gli veniva offerto. Sarebbe venuto il suo turno, pensò.
Ma quando si avvicinò al letto, le due ragazze ronfavano come due gattine.
Si svegliarono che era quasi buio. Altra doccia e poi la scelta del ristorante per
la cena. Alfredo ormai si era rassegnato, in fondo, dal vivo non aveva mai
visto due lesbiche in azione.
Dopo cena, le due fanciulle, lo pregarono (anzi gli ingiunsero) di andare in un
locale cabaret per chiudere la serata in bellezza.
Verso le due, ritornarono in albergo, e informarono Alfredo che era arrivato il
suo turno. Loriana si dimostrò una perfetta amante, mentre Elisa aveva
iniziato un solitario. Alla fine, stremati ma appagati, andarono a letto, stavolta
per dormire.
Ad Alfredo toccò il lettino.

(franco)

Ph.: dal film Camera 431

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