giovedì 16 febbraio 2012

"OuiJa" ... riciclato!

Pier Paolo Pasolini e Maria Callas





Perché "riciclato" ? Perché avevo pubblicato un po di tempo fa questo articolo su un altro blog e siccome sono certo che nessuno lo ha letto lo spaccerò spudoratamente come nuovo di zecca, anche se, in effetti,ho apportato delle modifiche. Fra l'altro ieri mattina in edicola, allegato ad un quotidiano, vendevano un libro di poesie di Pier Paolo Pasolini che ho comprato. Conoscevo poco Pasolini poeta, ho incominciato a leggerlo e     me ne sono innamorato!
Quanta sincerità anche nelle sue poesie.Un uomo che ha avuto il coraggio di non nascondere la sua omosessualità e siccome era politicamente anche scomodo fu ucciso nel modo più ignobile! Non so se a scuola si studia P.P.P.. In una Italia dove nelle scuole pubbliche si espone ancora il crocefisso, in una scuola asservita come il resto delle istituzioni al potere del Vaticano, non mi meraviglierei se fosse stato bandito! Spero tanto di no.

E' bene ricordare come è morto Pasolini, ci aiuterà a comprendere meglio il resto dell'articolo:

"La mattina del 2 novembre 1975, su uno sterrato dell'Idroscalo di Ostia, viene trovato il corpo straziato dello scrittore. Del delitto e accusato Pino Pelosi, reo confesso, che nel 1979 viene condannato in Cassazione a nove anni di carcere, e ne sconta sette. Nel novembre 2011, a 36 anni di distanza dai fatti, Pelosi conferma ai media quello che molti amici del poeta e intellettuali avevano sempre pensato: che Pasolini fu vittima di «una trappola» ordita per eliminarlo screditandolo, e che a lui, allora diciassettenne, fu imposto di confessare il delitto. L'inchiesta e ancora aperta."

La poesia che segue fa parte di una raccolta del 1971; quattro anni dopo veniva assassinato.
Lido di Ostia: il corpo di Pasolini


 Versi del testamento

La solitudine: bisogna essere molto forti
per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare
raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere
rapinatori o assassini; se tocca camminare
per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c'è;
specie d'inverno; col vento che tira sull'erba bagnata,
e coi pietroni tra l'immondizia umidi e fangosi;
non c'è proprio nessun conforto, su ciò non c'è dubbio,
oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
senza doveri o limiti di qualsiasi genere.
II sesso e un pretesto. Per quanti siano gli incontri
- e anche d'inverno, per le strade abbandonate al vento,
tra le distese d'immondizia contro i palazzi lontani,
essi sono molti - non sono che momenti della solitudine;
più caldo e vivo e il corpo gentile che unge di seme e se ne va
più freddo e mortale e intorno il diletto deserto;
e esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,
non il sorriso innocente o la torbida prepotenza
di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza
enormemente giovane; e in questo è disumano,
perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia
che e sempre la stessa in tutte le stagioni.
Un ragazzo ai suoi primi amori
altro non e che la fecondità del mondo.
E il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,
come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,
e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;
l'atto e compiuto, la sua ripetizione e un rito. Dunque
la solitudine e ancora più grande se una folla intera
attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni -­
l'andarsene e fuggire - e il seguente incombe sui presente
come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.
Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,
specie nel momento in cui e appena passata l'ora di cena,
e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;
e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,
e forse un po' di fame. Enorme, perché vorrebbe dire
che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,
e allora cosa ti aspetta, se ciò che none considerato solitudine
è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?
Non c'è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,
che valga una camminata senza fine per le strade povere,
dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.
                                           [1971] Versi dal paese dell'anima
Tavoletta OuiJa

Una storia paranormale
Nel 1975, eravamo una coppia di giovani (si, perché questa è una storia personale, l'avevo taciuto nell'articolo precedente per un errato senso del pudore), marito e moglie: erano gli anni in cui era di moda la parapsicologia. Era uscito nelle librerie un testo scritto da due coniugi, i signori Occhipinti che parlava delle loro esperienze paranormali o extra sensoriali, che dir  si voglia! Il libro si intitolava "La Telescrittura" e descriveva uno strumento "induttore" (?), ispirato alle vecchie tavolette spiritiche chiamate "OuiJa". Per mezzo di un tabellone contenente tutte le lettere dell'alfabeto, gli Occhipinti poggiavano un dito su una tazzina che dopo un po' cominciava a muoversi, toccando le varie lettere, e formando delle frasi di senso compiuto....
La nostra giovane coppia, attratta da questi fenomeni, ma con un po' di scetticismo, si costrui un tabellone (il libro degli Occhipinti conteneva le istruzioni per farlo) e , utilizzando al posto della tazzina una vecchia lente di un paio di occhiali rotti, quasi per gioco, cominciò e all'inizio fu un completo disastro: solo un susseguirsi di lettere senza senso!

Ma una sera, il 13 novembre 1975, tra le ore 22 e 23,30, io e mia moglie riceviamo delle frasi di senso compiuto: una poesia  ....e chi si firmava era P.P.Pasolini, era morto il 2/11/1975 .

Che dire, perplessità, scetticismo ...curiosità le prime reazioni. Io, il più scettico di tutti, trascrivo questi versi e li faccio leggere ad un critico letterario, amico di una amica comune, che teneva una rubrica sul giornale locale "La Sicilia": dopo averli letti mi dice: "Pasolini non fu prevalentemente un poeta e fra le poesie pubblicate nel corso della sua vita questa sicuramente non fa parte di nessuna raccolta, ma lo stile potrebbe anche essere il suo!"

Ricevemmo, con lo stesso mezzo,  un'altra poesia il 14 dicembre dello stesso anno sempre di PPP , così si firmò, poi  più....nulla! In seguito fu un susseguirsi di esperienze interessanti,  messaggi di varia natura che rispondevano a domande di persone che, attraverso un tam tam di amici comuni, ci chiedevano notizie di parenti o persone care decedute, ricevendo, spesso, delle risposte che le lasciavano sbalordite (ma queste sono altre storie, tante altre storie)!

Non voglio trarre nessuna conclusione, ma se veramente esistesse un "serbatoio cosmico" e se Pasolini vi avesse parcheggiato questi versi, a futura..memoria, la cosa aprirebbe molti punti interrogativi.....

Per vostra curiosità e per quello che valgono,  riporto il testo delle due poesie ricevute.

la prima (13/11/75)
                             M.
Fra le abbaglianti distese di terra amara
antica come il dio dei padri, le mie membra doloranti riposano
intrise di sale e di sapienza membra lacerate come rami
di un autunno che mi fu nemico. A raccogliere verità spesso
si trova l'offesa che t'infanga e se ai tuoi vizi la bontà accompagni
di morire oltraggiato non ti risparmi; la bocca amara che sputò sentenze
le mani che spesso accarezzarono senza vergogna ciò che ad altri ripugna,
gli occhi miei stanchi di scrutare tutto perduto in un solo momento
e anni scorrevano col sangue e di altro sangue mi sentivo immondo.
Passarono quei lampi e nel mesto mormorio delle onde mi lasciai trasportare.
Vortici senza fine e la mia ricerca si acquietò d'ogni perché
e le mie lotte furono solo un sogno.


la seconda:  14/12/75





MOMENTI DI PANICO

Vi ho rivisto amici miei d'un tempo, scavati nel viso e stanchi nelle membra
non più pronti a tener testa a chi chiedeva parole in cambio dell'amore.
E l'amore donato ai quattro venti, sparso per lunghi momenti come anni,
l'amore amaro di giovani che a tutto quanto ad altri caro sembrava e degno
di massimo rispetto, solo disprezzo e disperato orgoglio rendevano in cambio
di sogni bruciati, rinunce amare e pianti: quell'amore ormai merce di scambio
imbestialito da continui insulti, come cane che contro chi lo sfama s'avventa
non più Verbo ma delitto e al tempo stesso vergogna inconfessata di gente
che l'amore ha distrutto, contro di me si avventa per ridurmi a brandelli.
Non voglio più parlare ormai ché troppo sangue mi lega questa bocca
e son stanco, senza nessuna voglia di altre battaglie contro mulini al vento.


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