venerdì 23 maggio 2014

Tratto da NOVECENTO

Tratto da NOVECENTO

Ti amo è un verbo e come ogni verbo ha un tempo. Ti amo è presente. Ti amerò, una bugia, magari in buona fede, che con impegno e fortuna riusciremo a mantenere per un po’ o un poco di più di un po’, chi lo sa. Ti ho amato, invece, è nostalgia, e la nostalgia rende tutto fumoso, dimentica e ricorda a sua discrezione. Amare è un verbo su cui pesa pudicizia e preconcetto. Sospetto e paura. Stretto tra le tue braccia, cercandoci con la bocca per divorarci, lo pensavo, al presente. Sulla tua pelle, contro il bianco dei tuoi denti, l’ho trattenuto. Per educazione, precauzione, è rimasto lì, non detto nonostante l’urgenza bruciasse in pancia, petto, fin sulla lingua. Non una promessa, non il punto fisso in un mondo in movimento e mutazione. Solo il presente. In quel presente quel ti amo trattenuto tra i denti era più vero del soffitto, del letto, del domani. Vero come il tuo corpo, il tuo odore, lenzuola intrecciate e sudore. In quel presente nulla poteva essere più vero. Ti amo è un verbo, al presente. Poi il presente diventa passato e quel ti amo è andato perso. Per sempre. Sostituito da altri ti amo, che non sono stato io a dirti. Ripetuti più a lungo nel tempo, forse, in tanti presente che si saranno susseguiti. Presente dopo presente. Non per questo più veri di quello che non ti ho detto.

(a.t)

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