martedì 23 settembre 2014

STORIA VISSUTA DEDICATO AI NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE di Franco Guglielmino

STORIA VISSUTA DEDICATA AI NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE

Una storia che ho scritto qualche anno fa ma che regalo, oggi,
a Donatella alla quale la dedico con amore.
Nel caso di Dona il suo compagno, da una vita, era un gattino... ma credo che non fa differenza.
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Anche io ho avuto dei cani. Io sono allergico a molte cose e prima di tutto sono allergico a me stesso, dovrei stare tutto il tempo con una mascherina ma trovandola molto scomoda prendo da sempre degli antistaminici per poter convivere con la mia persona. Come al solito divago! Allora, stavo dicendo che essendo allergico per costituzione, pur amando gli animali, fino a quando ho potuto ho tenuto lontani da me cani, gatti, scimmie, leoni ecc., insomma tutti gli animali forniti di pelo. Ma poi mi sono sposato e in questi casi, si sa, cosa non si fa per compiacere la dolce sposina! Così per la prima volta mi è toccato convivere con un cagnolino di nome Ghibli..., e si non bastava il pelo del cane, anche il vento del deserto che ci riempiva la casa anche di sabbia! Ma si sa che per amore si sopporta tutto: tripla dose di antistaminici e via! Con il tempo mi abituai alla convivenza forzata,
Ghibli come tutti i cani era un ruffiano nato e dopo un po di tempo mi affezionai talmente che non avrei più potuto concepire la mia vita senza le sue coccole! Purtroppo il destino era in agguato, infatti dopo qualche anno Ghibli si ammalò di una malattia che gli procurò una paralisi progressiva e il veterinario mi consigliò di sopprimerlo per evitargli sofferenze inutili. Lo accompagnai in ambulatorio e quando lo consegnai all'assistente del veterinario, Ghibli, che aveva capito tutto, mi guardò negli occhi e nel suo sguardo lessi queste parole: "come puoi farlo?" Gli risposi: "non posso farne a meno, tu lo sai! non potresti più correre in mezzo all'erba, non potresti più sentire le carezze del vento e come potresti raccogliere i legnetti che ti lancio e riportarmeli come facevi di solito". Intanto, l'assistente lo legava al lettino dell'ambulatorio e preparava la puntura. Non soffrirà, mi aveva assicurato. Attraverso il vetro della porta che separava la sala d'attesa dall'ambulatorio io guardavo, piangendo, la scena e Ghibli si occorse e mentre il veterinario si accingeva a somministrare il veleno, voltò la testa verso di me, mi guardò con i suoi occhioni languidi e mi sorrise tristemente come per dirmi: "non ti preoccupare amico mio, ho capito che non è colpa tua ed è stato bello fin ....." . In quel momento i suoi occhi si chiusero per sempre e anche una parte di me lo seguì!

In seguito nella mia vita fece la sua comparsa Susy, una deliziosa barboncina che per quasi 20 anni ci tenne compagnia, ma questa è un'altra storia!

(franco)

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